Memorie elettriche - Festival di musica elettronica

 

Giovedì 13 marzo

“Continuum”, istallazione sonora, ore 19,30

Musiche restaurate di Francois Bayle, John Cage, Bruno Maderna, Luigi Nono, Pierre Schaeffer. “Ritratti di legno”, ore 20,00

 Il Pinocchio stracolto di Paolo Boggio, ascolto ed intervento dell’autore

“Open Concert”, ore 20,30 con Pasquale Capobianco, Renata Cataldi, Massimiliano Fuschetto

Musiche di Bruno Maderna, Fumiko Kimotsuki, Massimiliano Fuschetto, Pasquale Capobianco

“Stolen Moments”, ore 21

Concerto di improvvisazione acustico-elettronica

Mike Cooper, video - Elio Martusciello, chiterra elettronica - Fabrizio Spera, percussioni e dispositivi elettronici

 

Venerdì 14 marzo

 “Phonurgia Digitalis”

Concerto della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio S.Pietro a  Majella  

Musiche di Filippo D'Eliso, Agostino Di Scipio, Giulio Gualtieri, Ivano  Morrone, Giancarlo Turaccio, Luigi Turaccio, Edoardo Ottaiano, Maria Pia Sepe. Pianoforte: Ivano Morrone

 

 


PHONURGIA DIGITALIS

OVVERO : L'INVENZIONE DEL SUONO AL TEMPO DELLA SUA RAPPRESENTAZIONE NUMERICA

Concerto della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio S.Pietro a Majella

 

programma

Agostino Di Scipio Essai du vide. Schweigen (1993)

Luigi Turaccio             Transfert (2000-01)*

Giulio Gualtieri             Field (2003)*

Giancarlo Turaccio             Diacronie (2002-03)*

Filippo DíEliso             Spectral fans (2000-02)

Edoardo Ottaiano             Intorno a 440 (2002-03)*

Maria Pia Sepe             Paessaggi sonori (2002-03)*

Ivano Morrone             INC/G per pianoforte e supporto digitale (2002-03)*

Agostino Di Scipio 2 Remix (su materiali sonori di Fred Szymanski) (2002)

 

regia del suono: Agostino Di Scipio

pianoforte: Ivano Morrone

 

* prima esecuzione

 

 

 

 

Presentazione

Verum ipsum factum. il conoscere e il fare è una medesima cosa

(Giambattista Vico, La Scienza Nuova, 1725)

 

Il vasto ambito di esperienze musicali e tecnologiche denominato Musica Elettronica è materia di studio in alcuni dei principali Conservatori italiani da oltre 30 anni. La Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Napoli è tra quelle di più recente attivazione (2001). Questo concerto ne costituisce l’esordio pubblico, e riassume i primi di due anni di attività di studio e di sperimentazione.

In generale, da ormai quasi un secolo e soprattutto da cinquant’anni a questa parte, le forme, gli stili e gli orientamenti musicali e tecnologici della Musica Elettronica sono stati i più vari ed eterogenei. Perfino le possibili modalità esecutive in concerto sono tra loro le più diverse e riflettono diversi orientamenti. Il concerto di oggi presenta tutti lavori di computer music (musica informatica), ovvero composizioni in cui suono e musica sono interamente sintetizzati e/o elaborati mediante computer. Il modo in cui questi brani vengono presentati al pubblico è molto semplice ma, allo stesso tempo, piuttosto complesso: la diffusione mediante sistemi di altoparlanti di musiche registrate su supporti digitali non è infatti qualcosa di scontato, di automatico, e non è senza dirette conseguenze musicali: occorrono scelte interpretative magari invisibili allíascoltatore eppure udibili, mirate ad esprimere al meglio il potenziale espressivo di ciascun brano nello spazio di ascolto, nelle particolari condizioni acustiche e sociali relative al luogo del concerto (e dunque anche al ‘rituale’ del concerto): il ‘corpo’ del suono, nella sua presenza fisica e nei suoi effetti psicoacustici, deve poter arrivare allíascoltatore e manifestarsi con la maggior pienezza possibile in tutte le sue sfumature.

           

Il programma è concepito in tre parti, ed è inquadrato, all’inizio e alla fine, da due brani appartenenti a periodi diversi del lavoro di Agostino Di Scipio, compositore, studioso di tecnologie della musica, e titolare della cattedra di Musica Elettronica del Conservatorio di Napoli.

La prima parte (Di Scipio, L.Turaccio, G.Turaccio, Gualtieri) comprende brani che, pur nelle loro differenze, sono accomunati da un forte interesse per gesti e morfologie sonore molto dinamiche, talvolta ritmiche, talvolta assai rumorose e massive-granulari, ma anche da una particolare attenzione alla relazione tra microtemporalità e forma musicale. La seconda parte (D’Eliso, Ottaiano, Sepe) comprende brani di natura maggiormente ‘contemplativa’, quasi brevi studi sulla natura armonica (o inarmonica) del suono e non a caso sono stati realizzati mediante tecniche di ‘sintesi additiva’, ovvero secondo il principio della sommatoria di Jean-Baptiste Fourier (1807), ovvero, in definitiva, secondo l’antica visione pitagorica. Infine nella terza parte torna una certa tensione costruttiva e materica, che ora però si concentra su fenomeni di turbolenza acustica in sovrapposizione con i suoni di un pianoforte (Ivano Morrone); oppure su artefatti e ëresiduií di suono-rumore digitalmente (in)controllabile, (i 2 remix finali di Di Scipio), quasi a riflettere una fase storica ulteriore, ormai post-digitale.

 

Il carattere ‘sperimentale’ di queste musiche non riflette necessariamente caratteri di provvisorietà o condizioni ‘preparatorie’ ad una musica ‘che verrà’: già da tempo la Musica Elettronica è qui ed ora, ed ha radici storiche lontane e ramificate, multiformi, che sfuggono alle classificazioni. L’aspetto ‘sperimentale’ piuttosto sta nel fatto che ciascun compositore si prende cura direttamente delle condizioni tecniche, oltre che espressive, del proprio lavoro, e ciò in modo che muta nel tempo non tanto per via del rinnovarsi degli strumenti di lavoro, ma per il rinnovarsi del pensiero e dell’esperienza, per via di quell’apertura dell’esperienza che è essenziale all’invenzione dell’arte. Si tratta non solo di capire ma anche di costruire i propri strumenti di lavoro (gli algoritmi, i processi di calcolo, la relazione cibernetica tra macchina e uomo, e tra macchine interagenti). E si tratta, a partire da ciò, di comporre il suono, oltre che di comporre con i suoni (la salubre ‘confusione’ tra timbro e forma musicale è forse l’unico elemento di omogeneità in repertori elettroacustici per altri versi così eterogenei fra loro).

Questa ricerca implica, è chiaro, una visione che è certo ‘artistica’ ma anche ‘etica’, perché riguarda la sensibilità di ciascuno di noi verso il proprio presente: oggi il nostro fare musica ha luogo, a tutti i livelli, in un mondo interamente tecnologizzato si può fingere che l’ambiente tecnologico nel quale viviamo non abbia alcuna conseguenza sui contenuti umani, espressivi, dellíarte, oppure si può provare a conoscere i fenomeni e i processi tecnologici e piegarli ai propri fini. La Musica Elettronica si occupa della tecnologia dentro la quale la musica può conservare e sviluppare la propria libertà espressiva, e le funzioni sociali che le vengono riconosciute. E lo fa reinventando la materia stessa della musica, il suono, forgiandolo ex-novo, facendone la sintesi, ponendone le condizioni di esistenza. Ciò richiede spirito di avventura e libertà intellettuale, ma anche competenze specifiche e sensibilità viva nei riguardi del momento storico attuale, con le sue difficoltà, con le sue contraddizioni e le sue speranze.

Nota biografica

 

Agostino Di Scipio

Nato a Napoli nel 1962, prima musicista autodidatta, poi diplomato in Composizione e Musica Elettronica al Conservatorio di L’Aquila (dove vive), dal 1985 il suo lavoro è diviso tra la composizione, líinformatica musicale e lo studio delle tecnologie dellíarte e della musica nella storia. Dopo alcuni anni di ricerca al Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova (1987-92), nel 1993 è stato ‘professore ospite’ alla Simon Fraser University (Vancouver), e nel 1995 ‘compositore in residence’ dalla Sibelius Academy (Helsinki). Docente di Musica Elettronica al Conservatorio di Napoli. Membro del consiglio direttivo dell’Associazione di Informatica Musicale Italiana (AIMI, Venezia). Dal 2001 tiene regolarmente corsi e seminari presso il CCMIX (Centre de Creation Musicale Iannis Xenakis), a Parigi.

Suoi lavori, sia puramente elettroacustici sia con strumenti e sistemi interattivi di elaborazione del suono, sono stati eseguiti in numerosi Festival di musica elettroacustica e strumentale in Europa, Asia, Nord e Sud America, e Australia, e sono disponibili su CD pubblicati da Neuma Rec. (Acton, Mass.), Capstone Rec. (New York), NoteWork (Colonia), ICMC2000 (Berlino/SanFrancisco) e altre etichette, nonché sul CD Computer Music Sound Anthology 2002 del MIT (Boston/Cambridge, Mass.). Segnalazioni e premi al Concorso Internazionale di Musica Elettroacustica di Bourges (1991, 1996, 2000) e al Prix Ars Electronica di Linz (1995). Nel 2002-03 Ë compositore ospite del CCMIX, a Parigi, e del IMEB di Bourges.

Ha scritto saggi e articoli per molte riviste italiane e straniere. Curatore dell’antologia Teoria e prassi della musica nellíera dellíinformatica (G.Laterza, Bari, 1995), dellíedizione italiana degli scritti di Gottfried M.Koenig (Semar, Roma, 1995) e del volume di Michael Eldred, Heidegger, Holderlin e John Cage (Semar, Roma, 2000). Attualmente sta curando Gli universi del suono, una raccolta di scritti, anche inediti, di Iannis Xenakis, per l’editore LIM di Lucca.