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Mille di questi tasti

 

 

È passato quasi inosservato il 350° anniversario della nascita di Bartolomei Cristofori, nato a Padova nel maggio del 1655, fiorentino d’adozione e inventore del… pianoforte. A Firenze, nei luoghi ove egli operò, hanno pensato di celebrare la ricorrenza fondando il “Florence Piano Birthday”, un progetto di ampio respiro che coinvolge enti di rilievo e personalità come Daniele Lombardi, Stefano Fiuzzi, Ennio Bazzoni. Il “Compleanno del pianoforte” si celebrerà con una serie variegata di iniziative, tra cui “PianoFortepiano”, un ciclo di concerti dedicati al fortepiano (il ‘cugino povero’ del pianoforte),  “I monumenti della Musica Degenerata”, con i capolavori pianistici epurati dal nazismo in Germania e dal fascismo in Italia, e con le opere ingiustamente escluse dalle programmazioni perché non in linea con gli sperimentalismi dettati dall’avanguardia ‘istituzionalizzata’.

Si proseguirà con l’ambiziosa “Notte bianca&nera”, che prevede la collocazione di centoundici pianoforti in varie zone della città, per un evento spettacolare che esplora le possibili combinazioni tra gli strumenti (si ricordino le altre imprese di Daniele Lombardi, con autentici Grancoda incolonnati per strade e Corsi delle città italiane…).

In progetto anche la ripresa di “Pianofortissimo”, esposizione realizzata nel 1990 a Milano dalla Fondazione Mudima di Gino di Maggio, con opere come Il Sordomuto di Volf Wostell (pianoforte bloccato da una colata di cemento) o Piano Emmenthal di Daniel Spoerry e Piano Piece for David Tudor di Lamonte Young, le installazioni di John Cage, Robert Ashley, gli omaggi al piano di Dalì e Marinetti.

Il quadro che ne viene fuori delinea un sorta di panottismo, anzi di ‘pianottismo’, in cui lo strumento del bel canto andato si traveste e metamorfizza attraverso moltiplicazioni di senso (e dissenso), stratificazioni nel tempo, percorrenze che sembrano aver finalmente assimilato la crisi dei repertori e quella dei virtuosi. La storia ufficiale del pianoforte ha difatti avuto un suo controcanto in operazioni ‘divergenti’, dal Metodo per Suonare di Giuseppe Chiari, celebre agitatore Fluxus, in grado di suonare sassi, acqua e crepitacoli, fino a Daniele lombardi ed ai suoi recentissimi Fogli d’Album, appena pubblicati dall’Editore Nardini  proprio per celebrare il “Piano Birthday”. Il libro raccoglie le grafie di Lombardi in linea con la più autentica musica d’arte, restituendoci probabilmente nella figura del suo autore il naturale erede di quel filone. I fogli non intendono escludere una capillare discesa nelle pratiche esecutive e didattiche, da Bach a Debussy, da Mozart a Henry Cowell: chiunque sappia leggere un po’ di musica potrà infatti ritrovare nel metodo alcuni dei pezzi di repertorio più noti, rivisitati alla luce di innovative acquisizioni tecniche ed estetiche. E chi non sa di musica potrà godere pienamente dei collage calligrafati. A dirla tutta, infatti, queste pagine sono vere e proprie ‘opere in sé’, belle da guardare e anche solo da sfogliare. Richiamano i mondi fantastici di Borges, quelli celebrati con immagini etnografiche da Franco Maria Ricci; i codici tipici della musica del secondo Novecento; le compilazioni fantastiche, neoalessandrine, di un ipotetico archivio dell’inaudito.

Belle iniziative, dunque, a tutto campo, e buon compleanno al pianoforte, visto che la discesa nella prassi evita sempre il rischio della retorica e galvanizza la possibilità di recuperare il meglio della ricerca. Con l’auspicio, magari, di valorizzare anche un po’ della musica di frontiera italiana.

Girolamo De Simone

Il manifesto, 1 luglio 2006