“CRONOLOGIE”

fino al 1999

 

CONCERTI

4 Marzo 1982 a Camerino, per la Gioventù Musicale Italiana e l’Università di Camerino, con recensione. 10 Giugno 1982 a S.Giuseppe Vesuviano (NA) per l’ARCI, con menzioni giornalistiche. 28 Luglio 1982 a Napoli, per gli Incontri Nazionali della Nuova Musica-Villa Pignatelli, con menzioni e recensioni giorn. 20 Settembre 1982 ad Anacapri, per la “Settembrata anacaprese”, con menzione giorn. 20 Marzo 1983 a S.Anastasia (NA) per il Centro d’arte moderna LUICRI. 7 Gennaio 1984 a S.Anastasia (NA) per il 33° Distretto Scolastico, con recensioni giornalistiche. 13 Aprile 1985 a Napoli, per l’Associazione “Ferenc Liszt”. 14 Febbraio I987 a Marigliano per il Circolo Artistico Culturale. 4 Maggio 1987  a Parigi, per l’ICOMOS - UNESCO, con menzioni. 13 Giugno 1987 a Napoli, per la Facoltà di Magistero S. Orsola Benincasa. 23 Settembre 1987 a Soverato, per l’Associazione “L’Ircocervo”. 5 Ottobre 1987 nella Certosa di Capri, per l’Università di Napoli. 2 Ottobre I987 a Benevento, per l’Università di Napoli. 22 Febbraio 1988 a Viterbo, per l’ Università della Tuscia di Viterbo. 21 Marzo 1988 a Napoli, per l’Istituto Francese di Napoli. 2 Giugno 1988 a Copanello , col Patrocinio della Presidenza della Repubblica, per il Convegno internazionale “Contractus e Pactum”. 19 Novembre 1988 a Somma (Na) per l’Associazione Plinio Senior. 3 Dicembre I988 a Napoli, per l’Associazione Internazionale F. Chopin. 22 Febbraio 1989 a  Viterbo, per l’Università di Viterbo, con recensioni giornalistiche. 18 Luglio 1989 a Napoli, per l’Associazione “F. Durante”. 2 Agosto I989 a Pizzo (CZ) per l’Associazione Liszt-Calabria. 20 Dicembre 1989 a Napoli, per l’Associazione Liszt-Campania. 21 Dicembre 1989 a Napoli, per l’Associazione Intramoenia. 22 Febbraio 1990 a Napoli, per la Prima Mostra del Libro  “Galassia Gutenberg”, con recensioni. 19 Maggio 1990 a Roma, per l’Associazione musicale “Il Tempietto”, con recensione. 22 Maggio 1990 a Salerno per il Circolo Canottieri IRNO di Salerno. 30 Giugno 1990 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto”, con menzione giornalistica. 11 Ottobre 1990 a Roma, nel Tempio di Apollo- Teatro di Marcello, per l’Associazione “Il Tempietto”, con recensioni. 18 Dicembre 1990 a Napoli per l’Unione Industriali di Napoli e l’Associazione “Galassia Gutenberg. 22 Dicembre 1990 a S. Anastasia, per il Comune di S. Anastasia. 9 Dicembre 1990 a Napoli,  per l’Associazione “Musica Insieme”. 1 Gennaio 1991 a Roma, Sala Baldini, col patrocinio dell’Ambasciata di Francia, per “Il Tempietto”, con menzioni giornalistiche. 23 febbraio 1991 a Napoli per Galassia Gutenberg, con menzioni e recensioni. 23 Marzo 1991 a Roma, esecuzione di un brano originale per l’Associazione “Il Tempietto”. 24 Marzo 1991 a Roma, replica del precedente. 12 Settembre 1991 a Ravello, Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo. 20 Settembre 1991 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto” con menzione. 23 Febbraio 1992 a Napoli, per l’Associazione “Galassia Gutenberg”, con numerose recensioni. 29 Settembre 1992 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto”. 19 Dicembre 1992 a S.Anastasia, per il LIONS International. 16 Gennaio 1993 a Roma,  per l’Associazione “Il Tempietto”. 19 Febbraio 1993 a Napoli,  per l’Associazione “Galassia Gutenberg”. 20 Febbraio 1993 a Napoli,  per l’Associazione “Galassia Gutenberg”. 28 Aprile 1993 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto”, con menzione giorn. 121 Maggio 1993 a Napoli,  per il Centro Studi per le Culture Contemporanee, con numerose recensioni. 17 Febbraio 1994 a Napoli, per “Galassia Gutenberg”, con recensioni. 6 Marzo 1994 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto”, con recensione. 28 Aprile 1994 a Napoli, per le “Edizioni Scientifiche Italiane”. 28 Maggio 1994 a Napoli, per l’Associazione “ANDJ”. 2 Luglio 1994 a Roma, per l’Associazione “Il Tempietto”. 11 Dicembre 1994 ad Ariccia, per l’Associazione “Il Tempietto”. 27 Dicembre 1995 a Napoli, per l’ASCOM Vomero, con importanti recensioni.31 Marzo 1996 a Napoli, per l’Associazione “Divagando”, “Ateneapoli”, “Radio Kiss-Kiss”, con  recensioni. 25 Febbraio 1997 a Napoli, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo, con recensioni.25 Maggio 1997 a Napoli, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo, con recensioni.31 Maggio 1997 a Napoli, per “ANDJ”, Conservatorio S. Piatro a Majella e Assessorato alla culura di Napoli, con recensioni. 28 Ottobre 1997 a Napoli, al Conservatorio S. Pietro a Majella per l’ “Accademia Musicale Napoletana”, e l’ “Associazione Thalberg”, con recensioni. 11 Maggio 1998 a Napoli, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo, con recensioni. 21 Giugno 1998 a Napoli, Chiostro di Monteoliveto, per “Long Concerto di musica contemporanea”, IV Festa della Musica Europea. 23 Novembre 1998, a Sant’Anastasia (Na), Convento francescano di Sant’Antonio. 29 Novembre 1998, ad Ercolano (Na), storica Villa vesuviana Signorini, per “Il Canto dell’Avorio”, Associazione musicale Ferenc Liszt con numerose menzioni. 15 Dicembre 1998, a Napoli, per Rotary Club. 6 Febbraio 1999, a Giarre, storica Sala degli Specchi per l’Associazione Musicainsieme e la Provincia regionale di Catania. 30 Maggio 1999, a Napoli, “Il resto della memoria”, Azione per pianoforte e voce recitante, di G. De Simone, nel Salone delle Feste del Palazzo storico Marigliano, nell’ambito del “Maggio ai Monumenti ‘99”, per l’Associazione “Manuel De Falla”, col patrocinio del Comune di Napoli, della Sovrintendenza archivistica della Campania e dell’Istituto Studi Filosofici (con numerose menzioni giornalistiche).

 

 

ESECUZIONI DI BRANI ORIGINALI

(concertazione e/o direzione. In questo elenco sono esclusi i concerti solistici già elencati più sopra)

19 Gennaio 1983 a Reggio Calabria, esecuzione di un brano originale per il “Modigliani club”; interprete Eugenio Fels, con recensione. 23 Marzo 1984 a Napoli, esecuzione di un brano originale per il Convegno “Il Suono e la Parola”, con recensioni. 30 Marzo 1984 a Napoli, esecuzione di un brano originale per il Convegno “Il Suono e la Parola”. 5 Agosto 1984 a Sorrento, esecuzione di un brano originale per l’Azienda di Turismo di Sorrento. 23 Settembre 1984 a S. Giuseppe Vesuviano (NA), esecuzione di un brano originale per l’ARCI. 4 Giugno 1987 a Bruxelles, esecuzione di “Lamentatio Doctoris Fausti”; inteprete Eugenio Fels per la CEE. 22 Ottobre 1988 a S. Anastasia, esecuzione di un brano originale per l’Associazione Liszt-Campania. 10 Febbraio 1991 a Roma, per “Il Tempietto”. 23 Febbraio 1991 a Napoli, esecuzione di un brano originale per l’Associazione “Galassia Gutenberg. 24 Febbraio 1991 a Napoli, esecuzione di un brano originale per l’Associazione “Galassia Gutenberg.  24 Marzo 1991 a Mentana, esecuzione di un brano originale per l’Associazione Piccola Accademia. 25 Marzo 1991 a  Napoli, esecuzione di “Variazioni sul vento” per pf., interprete Giuseppe Cassaro, per il Centro culturale Lupone. 7 Luglio 1991 a Roma, esecuzione di un brano originale per l’Associazione “Il Tempietto”. 3 Agosto 1991 ad Alessandria, esecuzione di “Solve” per trio; interpreti: “Melancolia Ensemble”, per l’Associazione Ferrari, con recensioni. 4 Agosto 1991 a Cervo, esecuzione di  “Solve” per trio, per i Musicisti Associati. 22 Settembre 1991 a Morlupo, esecuzione di “Variazioni sul vento” per pf., per l’Associazione Musica 85. 13 Maggio 1992, a Lagonegro, esecuzione di un brano originale per l’Associazione “Amici della Musica”. 10 Aprile 1994 ad Adria, esecuzione di un brano originale per “Società Concerti Buzzolla”. 16 Ottobre 1994 a Bologna, esecuzione di un brano originale per l’ “Accademia Filarmonica di Bologna”.3 Dicembre 1995, a Madonna dell’Arco (Na), esecuzione di un brano originale per Associazione Metanova. 25 Marzo 1997, a Napoli, esecuzione di un brano originale per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo.30 Maggio 1997, a Napoli,  esecuzione di “Solve” per trio; interprete “Melancolia Ensemble”, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo. 3 Marzo 1998, a Napoli, esecuzione di “Pilar”, versione quintetto; interprete “Koinè ensemble”, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo. 4 Maggio 1998, a Napoli, esecuzione di “Pilar” versione chitarra elettrica e pianoforte; interpreti Paolo Lambiase, Enza De Stefano, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo. 19 Maggio 1998, a Napoli, esecuzione di “Pilar” versione per quintetto, interprete “Koinè ensemble”, per “Off Limits”, Teatro La Riggiola. 25 Maggio 1998, a Napoli, esecuzione di “Frammento di Fabula” per pianoforte; interprete: Enza De Stefano, per “Musica Mille Mondi”, Teatro Galleria Toledo. Aprile 1999, esecuzione di “Ice-Tract”, per la Radio della Svizzera Italiana (registrazione con l’Autore al pianoforte). 2 Aprile 1999, a Napoli, esecuzione di “Ice-Tract” (selezione) per pianoforte; interprete: Bruno Canino, per “Eclettica 99”, Teatro Galleria Toledo. 10 Maggio 1999, a Napoli, esecuzione di “Solve” (nastro), per “Eclettica 99”, Teatro Galleria Toledo.

 

 

DIREZIONE DI CORO

17 Aprile 1982 a Napoli, per il Centro Culturale S.Lorenzo, direzione di coro. Aprile/Maggio 1982, per il Centro Culturale S.Lorenzo, per sei rappresentazioni, direzione di coro.

 

 

 

 

SCHEDE SULLE COMPOSIZIONI (fino al 1999)

 

TITOLO: CHIMAERAE

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1982

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: 8’/10’

NOTE: PRESENZA DI TESTO LETTERARIO (Le Chimere d’Aleph, Ciesseti Editore, 1984) E DI IMMAGINI.

La risonanza e la perdizione nell’infinito: questo ho tentato di esprimere in Chimaerae, dodici preludi per pianoforte; si è usata la dispersione sonora per significare l’infinito, per opinare dei frammenti d’eterno in vere e proprie elegie musicali. Chimaerae ha reso operante una lettura a più livelli, con variegate finzioni: letteratura, musica, pittura, che sviluppate sempre in rapporto di interazione diventano finzione per celare un contenuto ermetico. La chiave dell’opera, che ne dichiara il corpus, è posizionata al termine del lavoro letterario: solo alla fine sottili lacci vengono tesi, e il tessuto narativo è cumulato, e viceversa, a quello musicale-pittorico. Va da sé che la partitura può simbolizzare anche da sola il piacere estetico della visione, e la scrittura quello dell’ascolto... Descrizione e suono, suono e visione: l’effetto è il medesimo in ogni caso: uno spasmo. Questo procedere spasmodico, che trae la sua ragion d’essere in una presunta aporia che provoca dolore ed estasi, va compreso nella sua essenza più profonda; ed allora, il Thil Elenspiegel di De Coster ed il secondo concerto per pianoforte e orchestra di Brahms potranno essere assimilati, assorbiti con il medesimo godimento. Armonie presenti anche tra Hoffmann e Grieg (gli Elisir del diavolo son vicinissimi al Peer Gynt) tra Brueghel, Bosch e la Danza degli Elfi di Grieg; tra Egon Schiele ed il Prèlude à l’après-midi d’un faune.

Chimaerae non è titolo posticcio che voglia nascondere contenuti inesistenti, indica piuttosto qualcosa di evanescente, rarefatto; qualcosa di prossimo alla visione. Nelle prime note della Chimera I si allude alla sovrapposizione armonica di una dodecafonia a larghe maglie. Non vi è, comunque, nessuno stimolo intellettualistico, o razionale, sul tipo dei divertissement maderniani o beriani. Si tratta di suoni completamente sciolti, liberi nella loro entrata ritmica, che si sovrappongono l’un l’altro con la stessa intensità. Lasciano, grazie a un pedale sempre mantenuto, un’atmosfera di magia, di mistico accadimento. La sospensione è interrotta dagli accordi meditabondi, quasi corale, che si alternano secondo linee di armonia-dissonanza. E’ l’estensione della concezione di ‘disturbo’ dodecafonico cara al Savinio di Les chants de la mi-mort. Anche qui i valori hanno un senso puramente indicativo, non esauriscono tutte le possibili letture. Il secondo suggerimento all’esecutore è dato da un “interroga” posto all’inizio del secondo rigo. Le note devono urlare, chiedere all’ascoltatore una giustificazione della loro presenza, del loro esistere. E la domanda è, naturalmente, solo retorica. Da questa frase occorre aver chiaro il senso di tempo rubato, comprensione che è essenziale per dare luogo a quasta interpretazione. Le note devono respirare, vivere. Occorre dimenticare il ritmo, lasciarsi andare alla casualità, prima, al trasporto e alla passione, poi. E’ come un’onda che rifiuta di essere dipinta o disegnata a chiare linee; un movimento in divenire. Occorre giungere agli accordi con un senso di liberazione, con il sollievo della calma, della tranquillità che suggerisce soltanto quanto è già avvenuto. L’ “espressivo” dichiara apertamente la consapevolezza di un parlato, del narrato; un inciso, agli alti, spezza, rompe le simmetrie. Tutto infine tace sull’accordo perfetto maggiore. Questo do maggiore ricorre spessissimo nel brano, eppure non indica la tonalità, come non la suggerisce la presenza dell’accordo di dominante; l’armonia funge da atmosfera calda sulla quale avvengono le sospensioni dei dodici suoni.

La seconda chimera analizza a fondo, ed esaurisce, la concezione del pedale tenuto. Infatti, il pedale non va mai sollevato, obbligando ad una estrema lentezza nell’esecuzione, nel sommario rispetto dei valori, nella sosta prolungata fin quasi all’esaurimento delle vibrazioni, nella notazione delle note che devono essere più intense. Da segnalare, anche, inserimento di piani armonici ravvicinati. La semiminima viene suonata prima, in modo da reggere la minima. Se la notazione fosse stata pensata per due strumenti, si sarebbe potuto segnare un crescendo sotto la nota inferiore, ma per pianoforte questa particolare segnatura non avrebbe avuto senso. Del resto, questo effetto è stato fino ad oggi usato solo da qualche interprete. Analogo senso (quello di masse sonore sovrapposte) ha l’inserimento dei re diesis ribattuti secondo uno schema ternario. Compare, al termine, il barlume di un tema, che subito si esaurisce nell’accordo, quasi tonale, si - do - re diesis. Nella terza chimera gli effetti sperimentati nelle iniziali battute della prima vengono amplificati ed affidati ad ottave. L’esecuzione diventa più difficile e il risultato è di densa pastosità. La Chimera IV è un esperimento pentatonale. Usando il sistema della sovrapposizione - mediante pedale - dei differenti piani sonori, si tenta di sussurrare le tonalità secondo i diversi livelli. Si parte da un contrappunto a quattro voci in la minore; seguono mi minore, si bemolle maggiore, do e sol maggiore. Il tema è uno sviluppo del contrappunto usato da Fels nella sua Vent qui chante, vent qui danse - Sonata, e verrà ripreso da me anche nelle Variazioni sul vento. La V è intesa in senso più ritmico e armonico. Il pedale è usato, qui, in senso tradizionale, senza suggerire sovrapposizioni. Termina con la citazione del tema di Oiseau d’eau, la mia sonata per pianoforte. La VI richiama, invece, una frase della Fantasia per pianoforte tratta da Libido. Il pedale, fino all’inserimento della sordina, è sempre tenuto; viene poi usato in senso tradizionale. L’ostinato della sinistra non è che insistenza sull’ossessione come puro piacere espressivo. La VII (numero chiave, ermetico per eccellenza) è una sorta di modulazione molto diversa da quella classica. Il primo accordo è atonale; segue l’entrata del basso in ottava (fa diesis, con la sinistra) che si aggiunge ai suoni dell’accordo; subentra la terza maggiore (la diesis) del basso. Il pedale era stato tenuto dall’inizio fino all’inserimento della terza maggiore; manteneva, quindi, l’accordo iniziale più i due nuovi suoni. Sollevandolo lentamente e quanto basta per far scomparire l’accordo atonale ci si trova alla presenza netta e definita di un solare fa diesis maggiore. Questo effetto è ripetuto più volte, per disorientare e produrre un godimento lirico. L’ottava chimera è una riproposta della discesa semitonale wagneriana. La lettura è naturalmente in chiave contemporanea e nell’ambito delle sovrapposizioni realizzate col pedale. La IX è un rapido e breve scherzo; è citato ancora il tema di Vent qui chante...; sono sempre presenti i diversi livelli sonori; la parte centrale è dominata dalla sconnessione; tutto si conclude con un canone. La decima chimera si occupa della più antica utopia pianistica: la vocalità ‘strumentale’, impossibile da ottenere su un pianoforte moderno se non con l’illusione, l’inganno acustico. Avendo studiato su un sintetizzatore il modo di apparire e lo sviluppo di onde sonore, mi sembrò di intuire che nella dimensione dell’ascolto non esisteva alcuna differenza tra andamento e dinamica di una frase. In altri termini, non aveva nessuna importanza, in quel sistema, che il godimento estetico fosse prodotto dall’intensità o dalla frequenza. Trasposto il problema al pianoforte, era impossibile ottenere una unica emissione sonora e bisognava pertanto fingerla con l’illusione acustica di un combinato tra dinamica e andamento. L’orecchio, nel percepire uno spasmo nella produzione del suono, avrebbe ritenuto questo suono come unico. L’undicesima chimera è il riepilogo delle altre. Sono presenti quasi tutti gli elementi presi in esame, compreso l’ultimo. In questo caso, però, l’onda è suggerita non dall’emissione ripetuta di un unico suono ma dalla rapidissima esecuzione di più note. Queste vengono inizialmente percepite nei loro reciproci rapporti. Poco alla volta, tuttavia, quando la frequenza (intesa non più come tempo rubato ma come effettiva rapidità di esecuzione) e l’intensità sono al massimo non si distingue più né ritmo (tre su quattro) né note (le sette della serie). E’ un clamore, qualcosa di simile alla schoenberghiana Klangfarbenmelodie.

La dodicesima chimera è, poi, del tutto inesistente.

 

TITOLO: VARIAZIONI SUL VENTO

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1983-85

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: 9’

Le Variazioni sul vento prendono questo nome dal tema e dal controsoggetto prescelti. Il tema è quello della canzoncina francese Vent qui chante..., sulla quale Eugenio Fels aveva costruito una sonata per pianoforte. Affascinato da quest’ultima, ne estrapolai il controsoggetto, sottoponendolo, assieme al tema, ad alcune variazioni molto particolari, ciascuna pensata per una difficoltà tecnica. Ne scaturirono sette variazioni. La prima espone il tema originale cambiandone completamente le armonie. La seconda è pensata ‘soltanto per tasti bianchi’, usando quindi in modo prevalente la modalità; nell’ultima parte di questa variazione vi è ampio sfogo di un pianismo moussorgskyano, concluso da un’ottava con cluster (bianco) simile alle cosiddette ‘zampate di leone’ (usate nella tradizione pianistica tardoromantica) e da un rapido inciso minimale. La chiusura è affidata ad un corale che presenta una caratteristica esecutiva particolare: non cadere mai sul tempo dato, cogliendo invece sempre il levare, un po’ come accade nel jazz (cosa, naturalmente, che non è notata nella versione pubblicata, essendo lasciata alla sensibilità dell’esecutore). La terza variazione è per sola mano destra, e riprende pertanto un lavoro già intrapreso con il Preludio per sola mano destra del 1982. I procedimenti usati sono vicini a quelli utilizzati nel concerto per sola mano sinistra di Ravel. Con una importante variante: in due punti è prevista un’improvvisazione su note date nell’ottava più bassa della tastiera, e che dovrebbe raggiungere un ‘clamore’ simile alla melodia di timbri. Ma ciò è sufficientemente breve da non annoiare il pubblico. Dopo aver prodotto il clamore (‘clangore’, per usare un neologismo), si ritorna all’emissione di biscrome, con una variante del tema. La quarta variazione è una permutazione piuttosto razionale del controsoggetto, con sincopi molto accentuate. A metà variazione subentra un nuovo tema, con quattro entrate successive a canone, e con una variante ammessa: l’alterazione cromatica consentita fino al doppio diesis o bemolle, purché non cambi nome alla nota. La quinta variazione si sviluppa sul pedale di la (mantenuto col tonale del pianoforte) della precedente. E’ una piccola parentesi lirica. La sesta variazione riprende immutata una delle Chimere. La settima, ed ultima, è una toccata molto virtuosistica con notevoli spostamenti ritmici e movimento di masse timbriche di natura eccezionale. E’ conclusa da una rapida volata delle due mani e da un colpo sulle corde.

 

TITOLO: LAMENTATIO DOCTORIS FAUSTI

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1985-86

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: 5’/7’

Lamentatio è quello che resta di un lavoro molto più ampio che avevo progettato originariamente per pianoforte e orchestra. Si trattava, come lo stesso titolo suggerisce, di un brano ispirato al Doctor Faustus di Thomas Mann, e, quindi, alle suggestioni da me descritte nel volume Le parole sospese (ESI 1988). E’ importante per diverse ragioni. La prima risiede in una consapevolezza: è certamente possibile notare per esteso una improvvisazione; se ne può anche genericamente importare l’atmosfera. Ma l’atto stesso della scrittura finisce col depotenziare l’improvvisazione. E’ quel che è accaduto tra l’Improvvisazione del 1985, registrata durante un mio concerto, e la Lamentatio. Il brano è importante anche per la fortuna concertistica che ha raccolto, forse perché si tratta di un pezzo che utilizza al massimo le possibilità dello strumento. Compositivamente parlando, inoltre, è il primo pezzo che ho concepito con struttura modulare, il primo in cui ho utilizzato una larga sezione minimale (che però non è armonica, sfruttando una dissonanza di semitono per rendere più strana la sequenza). Inoltre, qualche critico vi ha letto un parsimonioso affacciarsi delle mie origini partenopee. Le altre influenze che si possono citare sono: un momento lirico vicino alla new-age, anche se ‘complicato’ da un tempo base irregolare in 5/8; la presenza di Satie (quarta Gnossienne); l’utilizzazione espressiva di quanto avevo scoperto con le Chimere in termini di ribattuto e di aporia del canto sulla tastiera di un pianoforte.

 

TITOLO: V.I.T.R.I.O.L.U.M.

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1990

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: 6’

Vitriolum sta per: “Visita interiora terrae rectificando invenies occultum lapidem vera medicinam”. Si tratta di una esortazione alla ricerca della pietra filosofale. Più prosaicamente, è un brano importante perché segna l’allontanamento dall’accademia e l’emergenza e urgenza di una necessità creativa non imbrigliabile nelle maglie delle quinte ed ottave proibite. Una necessità profonda, non rinviabile. Il lavoro è stato pensato per quartetto d’archi, ma è stato scritto avendo sotto le mani la tastiera di un pianoforte. Pertanto si tratta di un brano poco pianistico la cui espressività viene prevalentemente consegnata ad una dimensione interiore ancora legata alla ricerca del ‘detto’, del linguaggio da usare. Il gioco è condotto da parti che si muovono in estremo cromatismo, con condensazioni e rarefazioni (intensificazioni) tra i differenti strati (in ciò può essere collegato secondo un unico filone di ricerca al successivo Solve per trio, in cui si procederà invece alla rarefazione del suono). Le influenze maggiori sono rivolte al pianismo scriabiniano e ad un certo jazz raffinato di matrice evansiana, che sortirà un esito futuro in brani come Philly Song.

 

TITOLO: SOLVE

ANNO DI COMPOSIZIONE: GIUGNO 1991

ORGANICO: VIOLINO, VIOLONCELLO, PIANOFORTE

DURATA: ca 8’

Solve nasce su commissione dell’Ensemble Melencolia nel giugno 1991. Scritto sfruttando la nuova possibilità di notare ogni oscillazione temporale, e quindi ogni rubato ed ogni sfasatura ritmica, offerta dalle nuove tecnologie di sequencer, ma pensato per tre strumenti acustici tradizionali. La partitura viene ‘corredata’ della registrazione di una esecuzione gestita dal computer: una pista di riferimento che non esclude reinvenzioni o soluzioni esecutive diverse, ma che offre la possibilità di individuare, paradossalmente, il ‘suono’ a cui il compositore ha pensato. Il paradosso nasce dal fatto che gli strumenti utilizzati dal computer sono sintetici, e/o campionati, comunque certo non acustici: ma il suono prolungato emesso da quegli strumenti sintetici può dare un’idea del risultato finale cui i tre strumentisti devono tendere: un suono che si adagia sul pensiero, e che vi si adegua. Questo pensiero nonpensa’ gli eventi secondo una formulazione simile al ‘detto’, cioè non segue i predicati e gli stilemi tipici della frase musicale, ma osserva la realtà del suono dall’interno del suono stesso. L’influenza di Giacinto Scelsi non potrebbe essere più dichiarata di così. Il titolo Solve sta ad indicare la prima parte, ed il primo risultato, dell’Opera alchemica: lo scioglimento della materia, cui dovrebbe seguire un coagula successivo (e al coagula già era stato dedicato Vitriolum). E, difatti, l’intuizione che qui si presenta è che al medesimo risultato possono concorrere i due sistemi di scrittura, quello che cerca di rarefare il suono attraverso la una rivisitazione interiore, la lettura introspettiva che se ne dà, e quello che si avvale di una pluralità di segni che ancora cercano di ‘dire’ qualche cosa, ancora si avvalgono di sequenze discorsive per così dire ‘esterne’, ma che perseguono lo stesso fine: l’affermazione dell’Opera come valore. L’interno e l’esterno appaiono così come il medesimo. In questo senso si proseguono in una direzione inedita certe acquisizioni già presenti nel mio Lied e nelle Chimaerae, e teorizzate nel volume Le parole sospese.

 

TITOLO: FABULAE CONTAMINATAE

ANNO DI COMPOSIZIONE:  FEBBRAIO 1994

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: CIRCA 30’ (durate differenti dipendono dalle sezioni improvvisate)

Fabulae Contaminatae è un’opera modulare che prevede un pianismo ai limiti delle possibilità dello strumento, vicino al trattamento elettronico di suoni, velocità, possibilità combinatorie tra ritmi ed atmosfere diversi. Le poliritmie vengono ottenute attraverso espedienti tecnici tipici della tradizione virtuosistica classica (che risulta, però, destituita di senso). La simulazione dei diversi timbri utilizzati nella musica minimale per consentirne la varietà, mira invece all’applicazione delle nuove sonorità, così come ce le ha restituite lo sperimentalismo. Larghe fasce della composizione sono ad libitum, a scelta dell’interprete nelle durate, ripetizioni, varianti: in ciò il debito verso le intuizioni della musica aleatoria. In alcuni momenti vicino alla completa improvvisazione, anche l’elemento della pura casualità fa capolino nelle pagine di Fabulae Contaminatae, ma attraverso l’uso di modi e schizzi armonici derivati dal jazz più vicino al nostro tempo. Fabulae Contaminatae è quindi un lavoro sulla contaminazione tra generi musicali, ma non è un esperimento. L’aspirazione resta quella di riuscire a comunicare al pubblico un contenuto effettivo, realmente ‘contemporaneo’, che sia in grado di contribuire alla formazione di un villaggio globale della musica e della cultura, multietnico, polisemantico e senza distinzioni di valore o partizioni di qualità.

 

TITOLO CONTRAPPUNTO CONTRATTO

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1997

ORGANICO: SUPPORTO DIGITALE CDR

DURATA: 1’54”

Tratto dal precedente lavoro Fabulae Contaminatae, e rielaborato in più riprese (1994 / 1998), il brano enfatizza alcune caratteristiche della musica minimale, urilizzando espedienti elettronici discreti per interrompere la mera reiterazione contrappuntistica. Il riferimento implicito è a David Borden, autore di The continuing story of Counterpoint, opera considerata dalla critica come le Variazioni Goldberg del minimalismo. Ma i brani di Borden hanno una durata media di otto-quindici minuti, e ricordano i lavori più rigorosi di Glass (Music with chancing parts) e di Terry Riley. Nel Contrappunto Contratto ho invece cercato in un tempo minimo di esprimere le medesime potenzialità ritmiche (soprattutto per quanto riguarda la pulsazione) e timbriche (utilizzo di strumenti virtuali) mantenendo la caratteristica principale della mia musica, che predilige le forme aforistiche.

 

TITOLO: ICE-TRACT

ANNO DI COMPOSIZIONE: GIUGNO 1996 / MARZO 1997

ORGANICO: PIANOFORTE

DURATA: CIRCA 30’

DESIDERATA

Pensare al disco come ad un oggetto estetico in sé (compiuto, scolpito senza troppe mediazioni). 

Con musiche che accompagnano immagini in movimento, ma che siano esse stesse la definizione - evanescente - di immagini interiori.

Un linguaggio che possa essere comunicativo senza rinunciare alla complessità.

Giocare con sovrapposizioni armoniche e dinamiche. Stratificare pedali e risonanze. Realizzando però forme brevissime, perché la prolissità annoia.

Fondere e confondere stili, generi, atmosfere, ma dall’interno: un gioco di riflessione (rimbalzi di senso), di omogeneità diffusa, connessione sotterranea, per comunicare la densità del sentito.

Vincere la tentazione virtuosistica, cercando intimismo e concentrazione.

Essere sempre e solo sulla musica.

 

 

TITOLO: PILAR

ANNO DI COMPOSIZIONE: 1998

ORGANICO: CHITARRA ELETTRICA E PIANOFORTE

DURATA: 7’30”

Scritto su commissione per un duo atipico (chitarra elettrica e pianoforte), Pilar (1995 / 98) è sostanzialmente un pezzo d’occasione, pensato per l’esecuzione concertistica. Il progetto che vi è sotteso è quello di utilizzare riferimenti semantici della cultura popular (sel senso allargato del termine: cfr. Richard Middleton) per agganciare il brano alle modalità rock della chitarra elettrica, e della cultura tardoromantica per quelle pianistiche. Ma i riferienti si moltiplicano e si intrecciano: dal gruppo rock dei Reinassance alle ritmiche di Chick Corea, da allusioni alla musica chitarristica sudamericana alla tentazione new age (Susanne Ciani, ed altri) strizzando però l’occhio ad autori come Harold Budd. Non mancano effetti elettronici realizzati sulla cordiera del pianoforte, distorsioni della chitarra, ed altri espedienti di registrazione che però non invertono la progettualità di fondo: contaminare restando espressivi.

 

 

 

Alcuni ARTICOLI (fino al 1999)

1981. “Suite per il Castello di S. Martino”, per Napoli Oggi, 5.8.81. “Francesco: un inedito lavoro” per Napoli Oggi 18.11.81.

1982. “Concerti a S.Anastasia” per Napoli Oggi, 14.1.82. “Franz Liszt, l’abate concertista”, per Napoli Oggi, 14.4.82. “Il maestro armeno innamorato di Napoli” per Napoli Oggi, 12.5.82. “Luciano Cilio, l’architetto della musica contemporanea”, per Napoli Oggi 2.6.82. “Fare musica a Napoli è quasi impossibile”, per Napoli Oggi, 23.6.82.

1983. “Realtà e illusione” per Napoli Oggi 13.1.83.

1984. “Luciano Cilio mi disse”, per Napolinotte, 25.1.84. “Ma musica contemporanea non vuol dire solo avanguardia” per Napolinotte, 11.2.84. “Il conservatorio di Napoli” per Napolinotte 11.2.84. “Musica Nuova”, per Napolinotte, 19.2.84. “Musica finzione e musica realtà” per Napolinotte 29.2.84. Paginone centrale “L’alchimia del suono”, per Napolinotte, 3.3.84. “Nemo propheta in patria” per Napolinotte 8.3.84. “Savinio musicista”, per Napolinotte, 10.3.84. “Il segno e il tempo”, per Napolinotte, 14.3.84. “Che significa definire l’arte”, per Napolinotte, 15.4.84. “Un modo di poesia” , per Napolinotte, 30.3.84.

1990. “Flavio Pagano pubblica spartiti poco conosciuti” per Napoli Oggi, 15.3.90. “Savino, in arte il contagio è mezzo di comunicazione”, per Napoli Oggi 22.3.90. “Un festival dedicato all’organo”, per Napoli Oggi, 2.4.90. “Wanderlingh allestisce rassegne d’arte e di musica”, per Napoli Oggi, 5.4.90. “Giancarlo Sanduzzi studia la musica medievale”,per Napoli Oggi, 8.5.90. “Targa d’oro per giovani pianisti”, per Napoli Oggi , 17.5.90. “Raffaello Capunzo presenta la rassegna Ekema”, per Napoli Oggi, 24.5.90. “Centro Murat, la rassegna clair de lune”, per Napoli Oggi, 31.5.90. “Brucher vince la decima edizione della targa d’oro”, per Napoli Oggi, 7.6.90. “Il Centro Schumann presenta la sua stagione”, per Napoli Oggi, 19.7.90. “Vasconcellos organizza Mare Musica”, per Napoli Oggi, 26.7.90. “Cesarini e la storia di Murolo”, per Napoli Oggi, 20.9.90. “Fubini e Restagno al Festival di musica contemporanea”, per Napoli Oggi, 4.10.90. “Schumann: Cannavale presenta il sodalizio”, per Napoli Oggi, 11.10.90. “Liguori presenta la seconda Galassia Gutenberg”, per Napoli Oggi, 18.10.90. “Una serata dedicata all’arte”, per Napoli Oggi, 1. 11 .90. “Ariante promuove una serata dedicata all’arte”, per Napoli Oggi, 1. 11. 90. “Una monografia sulla civiltà dei Campi Flegrei”, per Napoli Oggi, 15.11.90. “Donatoni ospite al corso di Musica Insieme”, per Napoli Oggi ,22.11.90. “Daniele Lombardi: la musica visiva”, per Napoli Oggi,  22.11.90. “Massa e Fels partecipano al Festival delle nazioni”, per Napoli Oggi ,13.12.90.

1991. “Sala Curci: la Scatola magica”, per Napoli Oggi, 7. 3 91. “Cataldi organizza i concerti di primavera”, per Napoli Oggi, 28. 3. 91. “Arte: una fontana dei Virus”, per Napoli Oggi, 11. 4. 91. “Caprara presenta un volume su Age e Scarpelli”, per Napoli Oggi, 18.4. 91. “Il Calderone: al via una rassegna di musica e poesia”, per Napoli Oggi, 25.4.91. “Napoletani sotto la mole”, per ENNE, 20-5-91. “Tra gli altri / 1”, per ENNE, 20-5-91. “Tra gli altri / 2”, per ENNE, 20-5-91. “Estetiche e anestetiche”, per ENNE, 27-5-91. “I luoghi possibili”, per ENNE, 2-6-91. “Una Neapolis alessandrina?”, per ENNE, 9-6-91. “Il mondo virtuale”, per ENNE, 17-6-91. “Boulez è morto”, per ENNE, 15-7-91. “Iniziative editoriali a Nola”, per ENNE, 15-7-91. “Prokofiev, il viaggio in Bolscevisia”, per ENNE, 29-7-91. “Istantanee”, per ENNE, 23-9-91. “La campagna d’autunno”, per ENNE, 30-9-91. “Croce e lo spirito tedesco”, per ENNE, 7-10-91. “La verità e le forme giuridiche”, per ENNE, 28-11-91. “Un gioco di squadra”, per ENNE, 28-11-91. “L’Orizzonte”, per ENNE, 2-12-91.

1992. “Musicisti tra sigaro e sigarette”, per ENNE,  Gennaio 1992. “Felix Guattari, l’uccisore di Edipo”, per il  ROMA, 2-9-92. “Ars Nova e le voci del novecento artistico”, per il ROMA, 22-9-92. “Napoli rilegge Croce”, per il ROMA, 30-9-92. “Un cocktail musicale tra passato e futuro, per il ROMA, 6-10-92. “La nostra epoca scandita dalla velocità della scienza”, per il ROMA, 18-10-92. “Diritto e potere in Michel Foucault”, per il ROMA, 25-10-92. “Orchestra Scarlatti: Mazzetti fa dietrofront”, per il ROMA, 25-10-92. “Alla scoperta delle partiture di Nietzsche”, per il ROMA, 27-10-92. “Se le mucche adorano Hegel: il libro di Baricco”, per il ROMA, 30-10-92. “Otto appuntamenti di chitarra classica”, per il ROMA, 31-10-92. “Dalla Russia con passione: Mischa Maisky”, per il ROMA, 1-11-92. “A  tutta velocità sulla tasctiera”, per il ROMA, 5-11-92. “Chitarre in villa”, per il ROMA, 9-11-92. “Moog, l’elettronico”, per il ROMA, 14-11-92. “Quando il singolo si espone all’altro: Jean-Luc Nancy”, per il ROMA, 15-11-92. “Classici in veste jazz: Colin Muset”, per il ROMA, 17-11-92. “Il nichilista redento”, per il ROMA, 18-11-92. “Tesi a confronto sul meridionalismo”, per il ROMA, 22-11-92. “Un talk-show per capire l’Avanguardia storica”, per il ROMA, 23-11-92. “Trascinante Britten per i solisti di Harmonia”, per il ROMA, 23-11-92. “Nuove visioni musicali”, per il ROMA, 27-11-92. “L’allegro naufragio di artisti e letterati”, per il ROMA, 27-11-92. “L’arte come spiritualità fondata sull’intuizione”, per il ROMA, 29-11-92. “Don Benedetto quarant’anni dopo”, per il ROMA, 29-11-92. “Stockhausen per computer”, per il ROMA, 30-11-92. “Come un quartetto va oltre la musica: il Kronos”, per il ROMA, 3-12-92. “Onde in musica a ‘Futuro Remoto’ “, per il ROMA, 5-12-92. “Sperimentazione? Solo per i figli d’arte”, per il ROMA, 5-12-92.  “Non solo mandolini”, per il ROMA, 8-12-92. “Luciano Berio...in Sequenza”, per il ROMA, 11-12-92. “La democrazia di Hans Kelsen”, per il ROMA, 12-12-92. “Se la primadonna è un computer”, per il ROMA, 15-12-92. “I sentieri dell’Uno nelle pagine di Forte”, per il ROMA, 17-12-92. “Croce ed altro”, per il ROMA, 22-12-92. “Un concerto per l’avvenire”, per il ROMA, 24-12-92.

1993. “Croce, il violino ed il ritmo del mondo: gli scritti di Parente”, per il ROMA, 3-1-93. Glenn Gould il musicista, un mito oltre la storia”, per il ROMA, 12-1-93. “Dissonanzen, un itinerario tra le note del900”, per il ROMA, 15-1-93. “Opera aperta sull’avanguardia”, per il ROMA, 20-1-93. “Suoni e colori d’Africa con Francis Bebey”, per il ROMA, 27-1-93. “Topologie e teologia della storia: l’attualità di Heidegger”, per il ROMA, 7-2-93. “Max Weber, il mestiere dell’intellettuale” per il ROMA, 10-2-93. “Dissonanzen, tra Schoenberg e Milhaud”, per il ROMA, 24-2-93. “Il tempo della persona e lo spazio del possibile”, per il ROMA, 27-2-93. “La conoscenza del pensiero crociano”, per il ROMA, 6-3-93. “Krystian Zimerman, sofisticato interprete”, per il ROMA 7-3-93. “Ives, compositore e mecenate”, per il ROMA, 14-3-93. “Quelle relazioni tra musica e testo”, per il ROMA, 18-3-93. “Requiem per non dimenticare”, per il ROMA, 26-3-93. “Sergei Rachmaninov e la crisi del moderno”, per il ROMA, 28-3-93. “Lasciate i pianisti nelle gabbie”, per ESI-News, supplemento di “Nord e Sud” 4/92 (Uscito però nel ‘93). “Musica e semiotica”, per il ROMA, 4-4-93. “Interpreti noti e meno noti”, per il ROMA, 7-4-93. “Strani rapporti tra spartito e solista”, per il ROMA, 7-4-93. “Tra i banchi con lo spartito”, per il ROMA, 21-4-93. “L’eternità nel tempo”, per il ROMA del 5-5-93. “I figli di Bebey”, per il ROMA, 4-93. “Il gesto e il suono”, per il ROMA, 12-5-93. “Bernstein, Berg e Cage, fusione di generi”, per il ROMA, 13-5-93. “Percorsi in musica con Luciano Cilio”, per il ROMA del 21-5-93. “Addio pianoforte, arriva il Disklavier”, per il ROMA del 30-5-93. “Il piano va in pensione”, per il ROMA del 2-6-93. “Maggio potentino dedicato ad Erik Satie”, per il ROMA del 9-6-93. “Travaglio estetico per pianoforte”, per il ROMA del 11-6-93. “Venezia riscopre Nono e Maderna”, per il ROMA del 12-6-93. “Lo sciopero della storia” , per il ROMA del 6-7-93. “Finzioni e altro”, per il ROMA del 11-7-93. “Un ensemble per conoscere i fiati”, per il ROMA del 17-7-93. “Savinio usa e getta”, per il ROMA del 18-7-93. “Se Mozart va in pineta”, per il ROMA del 19-7-93. “Da Parigi a New York col Quartetto Accademia”, per il ROMA del 19-7-93. “I mali dell’Università”, per il ROMA del 21-7-93. “Capricci arabi per chitarra spagnola”, per il ROMA del 27-7-93. “Un Oceano di polemiche”, per il ROMA del 7-8-93. “Successo per Ciampi all’estate sorrentina”, per il ROMA del 19-8-93. “Diabolico Mephisto per Cesaro”, per il ROMA del 25-8-93. Baricco: i premi meglio vincerli che perderli”, per il ROMA del 31-8-93. “Suoni dal Novecento”, per il ROMA del 20-9-93 “Mann e Schoenberg” per “Il Giornale della Musica” n. 86, Settembre 93. “Alla scoperta del Novecento europeo”, per il ROMA del 22-9-93. “La musica della Sibilla”, per il ROMA del 22-9-93. Panatenee, recital per piano e aria condizionata”, per il ROMA del 23-9-93. “Con la Kammermusik alla riscoperta dei fiati”, per il ROMA del 26-9-93. “Aprire il confronto agli autori napoletani” per il ROMA del 28-9-93. “Un’occasione perduta per ricordare Milhaud”, per il ROMA del 16-10-93. “Il concerto che non c’è: annullato l’evento Stockhausen”, per il ROMA del 23-10-93. “L’altra Napoli di Alfonso Gatto”, per il ROMA del 23-10-93.

1994. Cage e Bussotti, nessuna partitura”, “il manifesto” del 26-1-94. “Musica funebre per Lutoslawski”, “il manifesto” del 9-2-94. “Erik Satie in scena a Napoli”, “il manifesto” del 16-4-94. Martial Solal, virtuoso di un piano molto forte”, “il manifesto” del 9-7-94.

1995. “Da Billie Holiday ai Sex Pistols variazioni sul pop”, “il manifesto” del 16-3-95. “Un Satie raro, anzi rarissimo”, “il manifesto” del 27-7-95. “Il canto obliquo di De Vito”, “il manifesto” del 29-9-95. “Impatto sull’Africa”, “il manifesto” del 24-12-95.

1996. “Quelle fughe ai confini del melting pot”, “il manifesto” del 14-1-96. “Musica per dio”, speciale di cinque pagine per “il manifesto” dell’ 11-2-96. “Giovani interpreti in scena con lo sconto”, “La Città” del 1-3-96. “Variazioni di viola solista sullo ‘Sguardo di Ulisse’ “, “La Città” del 7-3-96. “Luciano Cilio, partiture fuori circuito”, “La Città” del 9-3-96. “Il percorso della resistenza”, “La Città” del 12-3-96. “Madredeus, le muse di Wenders”, “La Città” del 12-3-96. “Saudade a Toledo”, “La Città” del 14-3-96. “Classico, nuovo e raro”, “La Città” del 16-3-96. “Woody? Meglio regista”, “La Città” del 19-3-96. “Tutti i colori sul corpo per indagare i margini dell’anima”, “La Città” del 21-3-96. “Nuova normativa per la didattica musicale”, “La Città” del 23-3-96. “Il jinglemaker, artista ipermediale”, “il manifesto” del 24-3-96. “Vesuvio, una storia incandescente”, “La Città” del 26-3-96. “Onne e fronne: suoni dal Sud”, “La Città” del 2-4-96. “Musica, le vere colpe di una distratta borghesia”, “La Città” del 4-4-96. “Brahms, ma il pensiero vola a Rubinstein”, “La Città” del 12-4-96. “Foucault, l’archivio ritrovato”, paginone su “La Città” del 16-4-96. “Una danza tra sacro e profano”, “La Città” del 25-4-96. “Musica, ricerca a tutto campo”, “La Città” del 26-4-96. Burney e il suo viaggio degno di nota”, “La Città” del 27-4-96. “Compositori senza cittadinanza”, “La Città” del 28-4-96. “L’urlo degli ebrei nei treni di Steve Reich”, “La Città” del 4-5-96. “Il teatro che non c’è”, “La Città” dell’11-5-96. “Mahler granitico con Abbado”, “La Città” del 12-5-96. “L’uomo dalle mille braccia”, “La Città” del 12-5-96. “J.L. Nancy e l’eredità di Heidegger”, “La Città” del 14-5-96. “Auditorium come confronto”, “La Città” del 17-5-96. “Le officine della musica”, “La Città” del 18-5-96. “Le memorie inconciliate, i destini incompiuti di Cilio, Neiwiller, Ruccello”, “La Città” del 21-5-96. “Senza Paese, fra rumba e jazz”, “La Città” del 21-5-96. “Via al Canta Vesuvio”, “La Città” del 21-5-96. “Fughe per sassofono: quattro passi nell’avanguardia”, “La Città” del 2-6-96. “Un liceo d’arte al Suor Orsola”, “La Città” del 4-6-96. “Musica per un film mai girato. Il ritorno del Colin Muset”, “La Città” del 5-6-96. “Piano in Galleria”, “La Città” del 5-6-96. “Morricone, nuovi suoni dal Paradiso”, “La Città” del 7-6-96. “Le musiche globali viaggiano in treno”, “il manifesto” del 9-6-96. “Confesso, a volta esagero”, “La Città” dell’11-6-96. “La Ricerca che fa notizia”, “La Città” del 13-6-96. “Europa tra memoria e omologazione”, paginone su “La Città” del 19-6-96. “Rostropovich e Dvorak, magie per violoncello”, “La Città” del 29-6-96. “Pochi intimi per Sakamoto, imperatore della musica”, “La Città” del 29-6-96. “Rostropovich va, l’orchestra segue”, “La Città” del 2-7-96. “Balanescu al confine”, “La Città” del 19-7-96. “Improvvisare è confondersi con il mondo intero”, “il manifesto” del 27 ottobre 1996.

1998. “Un pianoforte per tutti. Napoli ricorda Vitale”, “il manifesto” del 8-3-98. “All’ultimo piano”, ULTRASUONI, “il manifesto” del 16-1-98. “Musica nuova in parlamento” “il manifesto” del 27-6-98. “Fuori di nota”, ULTRASUONI/ALIAS, “il manifesto” del 18-7-98. “Ribelli a 68 giri”, ULTRASUONI/ALIAS, “il manifesto” del 31-10-98.

1999. “L’arte a misura di bambini”, “il manifesto” del 18-3-99. Border: promesse elettriche ma non per tutti”, in ULTRASUONI/ALIAS, “il manifesto” del 22-5-99. “L’arte a misura dei bambini”, su “il manifesto” del 18-3-99. “Border/ Promesse elettriche ma non per tutti” (rubrica) in Ultrasuoni/Alias del 22-5-99. “Border/ Luci e ombre della questione neomelodica” (rubrica), in Ultrasuoni/Alias dell’11-9-99

2000. “Border/ Memorie inconciliate a Napoli” (rubrica), il Ultrasuoni/Alias dell’ 8/1/2000

 

 

RECENSIONI PER RIVISTE SPECIALIZZATE (fino al 1999)

A. Recensioni discografiche per la rivista “CD Classica”

1994. Febbraio: Barber; Bernstein/ Hundley/ Bowles; Revueltas/ Orbon/ Ginastera; The american Vocalist; Yo Yo Ma. Marzo: An american christmas/ Christmas in early America. Aprile: Griffes/ Sessions/ Ives; Ives/ Barber; Lang; Lazarof/ Starer; Rands/ Persichetti/ Martirano/ Martino. Maggio: Glass; Cage; Cage/ Harrison/ Young/ Partch; Hall Lewis; Kolb; Riegger. Giugno: Babbitt; Copland/ Jenkins/ Bernstein/ Gershwin; Ibert; Ives; Roussakis; Schuller; Zorn/ Coleman/ Klucevsek/ King/ Vierk/ Marclay/ Childs/ Groesbeck/ Kernis; Zwilich/ Cory/ Macbride. Luglio/Agosto: Copland/ Tailleferre/ Honegger/ Poulenc/ Milhaud; Petterson;  Settembre: Bryars; Glass/ Partch/ Shields/ Druckman/ Babbitt/ Gideon/ Monod/ Wright/ Gerber/ Lewis; Hersch/ Oldham/ Deblasio/ Gannon/ Hampton; Jarrett; Nyman; Therminal Velocity; Volans; Zappa/ Halle/ Johnston/ Strayhorn/ Nurock/ Yamada/ Hendrix. Ottobre: Peck/ Sweelinck/ Gezmer/ Florio/ Mozart/ Francais/ Barroll; Rachmaninov/ Brahms/ Bach/ Honegger/ Berg. Novembre: Beaser; Garbarek; Hindemith/ Penderecki; Stanford/ Howells; Tan Dun.

1995. Gennaio: Copland; Harbison/Sessions; L. Glass; Panufnik; Paternoster; Rota/ Casella/ Cortese/ Pilati; Takemitsu; Turnage. Febbraio: Asia; Baron/ Pavone; Beatles; Busoni; Floyd; Jackson; Ligeti/ Kurtag/ Orban/ Szervansky; Perosi; Twining/ Martland/ Macmillan. Marzo: Husa; Kogoj; Lambert; Revueltas/ Moran; Spirituals; Ghulam Mustafa Khan; KanteMamadou; Traditional. Aprile: Cage; Thomson/ Hanson/ Rorem/ MacDowell/ Schuman; Traditional/ Yanov-Yanovsky/ Alizadeh/ Gubaidulina/ Tahmizyan/ Golijov/ Kancheli; Varese/ Ives; Wayne; Traditional. Maggio: Cage; Cage/ Rautavaara; Crumb; Gorecki/ Reich; speciale world music.  Giugno: Adams/ Glass/ Reich/ Heath; Bach-Swingle Singers; Clemencic; Lennon & McCartney; MacMillan/ Bolcom/ Copland/ Schnittke/ Dresher; Raiff/ Vanden Bosch/ Bedeur. Luglio/Agosto: Muller-Siemens; Music and Memory; Orff/ Keetman; Peyretti; Schnittke/ Gubaidulina; Talgorn; Von Bingen; Canti russi; Canti rumeni; Musica di Java. Ottobre: Adams; Anderson; Barber/ Copland; Gorecki; Suk; Weill/ Hindemith/ Toch; Zemlisky. Novembre: Corigliano/ Schwantner/ Foss; Koppel/ Holmboe/ Kulesha/ Christiansen/ Arnold; Maes; Giappone; Zimbabwe.

1996. Gennaio: Barber/ Butterworth/ Horder/ Ireland/ Moeran/ Orr/ Berkeley; P. Glass; De Boeck/ Lyatoshynsky/ Victory; Petterson/ Wetz; Schnittke; Spiritual. Febbraio: Birtwistle; Canat De Chizy; Krenek; Martinu/ Nono/ Schoenberg/ Hatmann; Petterson. Marzo: Castelnuovo-Tedesco; Danieli; Estrada/ Harvey; Schreker/ Berg; Weir/ Maxwell Davies; Abjean. Aprile: Hervig/ Hibbard/ Ziolek/ Paredes/ Eckert/ La Barbara; Penderecki/ Vasks/ Balakauskas/ Narbutaite; Schreker; Zimmermann/ Tavener.

B. Recensioni discografiche per “Ultrasuoni”/il Manifesto

3 Settembre 1995: Stalteri. 19 Novembre 1995: Eno / Wobble. 26 Novembre 1995: Cage / Bussotti. 10 Dicembre 1995: Renna. 7 Aprile 1996: Longobardi. 14 Aprile 1996: Sepe.....etc.

Recenti: 5 Giugno 1999: AAVV (Nyman, Adams, Glass, Bryars, etc.) Musica Coelestis / Sentieri selvaggi. 12 giugno 1999: Bryars/Harmonia ensemble.

 

 

ALTRE ATTIVITà (fino al 1999)

 

-3/4/5 Giugno 1988, commissario alla Rassegna Nazionale di Pianoforte “ VIII Targa d’oro Kolbe”.

-1/2/3/4 Giugno 1989, commissario alla Rassegna Nazionale di Pianoforte “IX Targa d’oro Kolbe”.

- Guide all’ascolto per la Rassegne Organistica Nazionale “Maggio Musicale ad Amalfi” 1990.

-1991. Direzione artistica della rassegna “Fuoriprogramma” per l’Associazione “Il Tempietto”-Roma.

-Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti dal 15 Maggio 1992 (tessera n. 68115).

-Luglio 1992. Direzione della collana di spartiti di musica contemporanea “Nugae”, Flavio Pagano Editore.

-20-26 settembre 1993. Conferenze-dibattiti per il “X Festival di Musica contemporanea,900 Musicale Europeo” del Centro di Cultura Musicale di Ischia  con Enrico Fubini, Paolo Gallarati, Hansjorg Pauli, Jean Roy ed Estevan Lines.

-1993. Direzione artistica della rassegna “Progetto Cometa” per l’Associazione “Il Tempietto”-Roma.

- Fino al ‘93. Direzione artistica delle iniziative musicali della Mostra meridionale del libro “Galassia Gutenberg.

-1994. Direzione della rivista specializzata “Konsequenz, rivista di musiche contemporanee” (Edizioni Scientifiche Italiane).

-1994. Presidenza campana  dell’ Associazione musicale nazionale “Ferenc Liszt”.

-1996. Prima firma musicale per il quotidiano di Napoli “La Città”.

-1988 / 1997. Consulente musicale delle Edizioni Scientifiche Italiane.

-Presidenza del “Centro Studi per le culture contemporanee”.

-Critico musicale per il “Roma”, fino alla cessazione delle pubblicazioni.

-1997. Curatore della rassegna “Musica Mille Mondi” per il teatro Galleria Toledo di Napoli.

-1998. Curatore della rassegna “Musica Mille Mondi” per il teatro Galleria Toledo di Napoli.

-Curatore dell’ “Incontro con l’autore” per la XXI Stagione concertistica di “Musica Verticale”, Roma dicembre 1998.

-1999. Curatore della rassegna “Eclettica 99 - Musica Mille Mondi” per il teatro Galleria Toledo di Napoli.

-1999. Critico musicale per “il manifesto”. Titolare, per lo stesso quotidiano, della rubrica periodica ‘Konfusi’, poi della rubrica ‘Border’.

 

 

 

RECENSIONI O MENZIONI DELL’OPERA MUSICALE E SAGGISTICA

da parte della critica su stampa periodica o in volume  (fino al 1999)

 

IN VOLUME

A.A.V.V., “Autoanalisi dei compositori italiani contemporanei”, a cura di Renzo Cresti, Napoli, Flavio Pagano Editore 1992, p. XXVIII; pp. 200-201.

A.A.V.V., “Le lingue di Napoli”, Napoli, Cronopio 1994, p. 185.

L. BRAMANI / A. CORGHI, “Composizione musicale”, Enciclopedia d’Orientamento, Jaca Book, pp. 40 ss.

 

SUI PERIODICI

11 Agosto 1982, “Napoli sarà la capitale della musica classica”, su “Napoli Oggi”. *18 Marzo 1982, “Un napoletano a Camerino”, su “Napoli Oggi”. 8 Gennaio 1984, Giuseppe Piscopo sul  “Mattino”. 12 Gennaio 1984, “Da Chopin a Prokofiev”, su “Napolinotte”. 7 Gennaio 1984, “Neoromantico (classico) per piano”, su “Napolinotte”. 16 Febbraio 1984, “Il concerto nella Basilica Madonna dell’Arco”, su “Napoli Oggi”. 22 Marzo 1984, “Il suono e le parole alla Dehoniana” su  Napolinotte”. 24 Marzo 1984, “Alla Dehoniana “Il suono e la parola”, su “Napolinotte”. 5 Aprile 1984, “Omaggio a Salvatore di Giacomo”, su “Napolinotte”. Settembre 1984, L’informatore librario, menzione del volume   “Le Chimere d’Aleph”. *Dicembre 1988, Umberto Padroni  sul mensile  PIANO-TIME, recensione del volume “Le Parole Sospese”. 18 Maggio 1989, su “Messaggio d’Oggi”. 28 Maggio 1989, sull’  “Avvenire”. 23 Giugno 1989, sul “Mattino”. 18 Luglio 1989, sul “Mattino”. 25 Gennaio 1990, “De Simone e D’Arienzo chiudono la rassegna”, su” Napoli Oggi”. 13 Febbraio 1990, “Napoli, città del libro”, sul “Mattino”. *1 Marzo 1990, “Girolamo De Simone entusiasma pubblico e critica”, su “Napoli Oggi”. 19 Maggio 1990, “Parata di pianisti in duo”, su “Il Tempo”. 18 Maggio 1990, “Una pleiade di pianisti in duo”, su “Il giornale-Porta portese. 21 Giugno 1990, Diego Guida su Napoli Oggi: “De Simone rievoca il dissidio Schoenberg-Mann”. Giugno 1990, Clara Ciardulli su “NdR”: La stagione musicale di Intra Moenia”. Settembre 1990, “De simone e D’Arienzo eseguono Ravel”, su “Napoli Oggi”. *15 Ottobre 1990, Caterina Renna su “Il Tempo”: Quando Apollo vola sul pianoforte”. 15-20 Ottobre, “Il Tempietto”, su  “la Repubblica-TrovaRoma”. 2 Ottobre 1990, “Concerti con archeologa”, su “Il Tempo”. 5 Gennaio 1991, “Si inaugura il Festival delle Nazioni”, sul “Corriere della sera”. 5 Gennaio 1991, “Festival delle Nazioni”, sul “Messaggero”. 5 Gennaio 1991, “Il Tempietto”, su “la Repubblica”. 7 Gennaio 1991, “Inaugurato il Festival delle Nazioni”, su “Il Mattino”. 7 Gennaio 1991, “Aperto da una serata dedicata a Satie il Festival delle Nazioni”, su “Il Messaggero”. 24 Febbraio 1991,  “Fino alla Nuova  Musica”, Serafina Gaudino su “ENNE”. 1 Febbraio 1991, “Galassia Gutenberg: incontri musicali” sul “Corriere del Giorno”. 1 Febbraio 1991, “ Tra i libri spunta Mozart”, Sandro Compagnone su  “la Repubblica”. 7 Febbraio 1991, “De Simone cura gli incontri di musica classica”, su “Napoli Oggi”. 17 Marzo 1991, “Scatola Magica 1991”, Serafina Gaudino, su “ENNE”. 16 Settembre 1991, “Quella passione per Bach”, Serafina Gaudino su “ENNE”. 10 Febbraio 1992, “La rassegna Nonsolomozart”, sul “Denaro”. 19 Febbraio 1992, “Nonsolomozart”, Francesco Bellofatto sul “Roma”. 23 Febbraio 1992, “Mozart ma non solo”,  su “WIMBLEDON”. 29 Settembre 1992, “Gran finale al Tempietto”, su “Portaportese”. 25 Settembre 1992, “Al tempietto”, su “Momento sera”. Settembre 1992, “L’estate del tempietto agli sgoccioli”, su “la Repubblica-Trovaroma”. 6 Gennaio 1993, “Progetto Cometa, i compositori interpretano se stessi”, sul “Roma”. 16 Gennaio 1993, “In viaggio con Gershwin nel bel mezzo della Francia”, su “Il Tempo”. Gennaio 1993, “Il Tempietto”, sul “Trovaroma”, “la Repubblica”. 17 Febbraio 1993, “Viviani, Gershwin, Bach: improvvisazioni al computer”, sul “Roma”. 22 Febbraio 1993, “Successo di pubblico perGershwin e dintorni”, sul “Roma”. *Febbraio 1993, “Musica per indifferenti” , Pietro Mazzoni su “Zazà”. 22 Aprile 1993, su “La Tribuna”. 23 Aprile 1993, “Pianisti nelle gabbie”, Massimo Lo Iacono su “il Giornale di Napoli”. 23 Aprile 1993, “I pianisti nelle gabbie”, sul “Roma”. 25 Aprile 1993, “Meglio animale che pianista”, Michela Fasano sul “Roma”. Aprile 1993, “Un manuale per i giovani pianisti”, su “Il Denaro”. 20 Maggio 1993, “Ricordo di Luciano Cilio”, su “Settimana TV” de “Il Mattino”. 20 Maggio 1993, “Celebrazione”, su “la Repubblica”. 20 Maggio 1993, “In ricordo di Luciano Cilio”, sul “Roma”. 20 Maggio 1993, “Ferenc Liszt”, su “La Tribuna”. 20 Maggio 1993, “Piccolo Gran poeta del silenzio”, Federico Vacalebre su “Il Mattino”. 20 Maggio 1993, “Sparire da Napoli nascosto nel sonno”, Titti Marrone su “Il Mattino”. 21 Maggio 1993, “Un musicista controcorrente”, Anna Cepollaro su “la Repubblica”. 22 Maggio 1993, “Un piccolo classico con tanta sobrietà”, Massimo Lo Iacono su “il Giornale di Napoli. 23 Maggio 1993, “Il fascino di quei suoni fatti anche di silenzio”, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. 23 Maggio 1993, “Sonata per un amico”, Michela Fasano sul “Roma”. 27 Maggio 1993, “Per ricordare Luciano Cilio”, su “La Tribuna”. Maggio 1993, “Novità editoriali” su “Il Giornale della Musica”. *Aprile/Giugno 1993, “Manuale del Mancato Virtuoso”, Pietro Mazzone, su “Nord e Sud” n. 2/93. 3 Giugno 1993, “Le storie dell’altra musica. Si costituisce un comitato”, Gino Castaldo su “La Repubblica”. *19 Giugno 1993, “La tangentopoli dei pianisti”, Federico Vacalebre su “Il Mattino”. Giugno 1993, “Classica”, Serafina Gaudino su “Napoli by Night”. 5 Luglio 1993, “Sparate pure sul pianista”, Mirella Laraia su “Il Denaro”. Luglio 1993, “Lasciate i pianisti nelle gabbie”, Aurelio Musi su “La Voce della Campania”. 8 Settembre 1993, “I pianisti nelle gabbie”, su “il Giornale di Napoli”. 10 Settembre 1993, “Le lezioni di piano”, Sandro Compagnone su “la Repubblica”. *Settembre 1993, “Manuale del Mancato Virtuoso”, Carla Di Lena su “Piano Time”. *30 Giugno 1995, “La vera storia di Donizetti e i disastri all’opera”, Sandro Compagnone su “la Repubblica”. 19 Dicembre 1995, “Un Natale di pace a tempo di musica”, su “la Repubblica”. 21 Dicembre 1995, “Musica e amicizia”, su “la Repubblica”. 23 Dicembre 1995, “Teoremi e Lezioni di piano”, su “Il Tempo”. 27 Dicembre 1995, “Lezioni di piano: De Simone rilegge Nyman”, Raffaella Notariale su “il Giornale di Napoli”. Febbraio 1996, “Tutte le parole dell’immagine che suona”, Gennaro Carillo, su “Il Mattino”, inserto.  17 Marzo 1996, “Quando la fantasia si veste di classico”, su “La Città”. Marzo 1996, “La contamicazione corre tra video e piano”, su “La Città”. 29 Marzo 1996, “Girolamo De Simone domenica al Rude Pravo”, su “Il Mattino”, inserto. *14 Aprile 1996, “De Simone, va dove ti porta il Novecento”, Alfredo D’Agnese su “il Giornale di Napoli”. *24 Maggio 1996, “Dopo Cilio soltanto il silenzio?”, Stefano Valanzuolo su “il Mattino”, inserto. 8 Gennaio 1997, “Musica d’avanguardia in Galleria”, Biagio Coscia su “Il Tempo”. 8 Gennaio 1997, “Musica contemporanea, concerti alla Toledo”, Anna Cepollaro su “La Repubblica”. 8 Gennaio 1997, “Alchimia di suoni e visioni”, Laura Cordella sul “Roma”. 8 Gennaio 1997, “Musica mille mondi a Napoli”, menzione su “il manifesto”. 8 Gennaio 1997, “Viaggiando tra i suoni possibili”, Carmine Aymone su “Il Giornale di Napoli”. 9 Gennaio 1997, “Nuove musiche”, menzione su “Il Mattino”. *18 Gennaio 1997, “Dolci suoni dal mare”, intervista di Carmine Pescatore a G. De Simone, su “Il Giornale di Napoli”. 22 Gennaio 1997, “Nuove musiche”, menzione su “Il Mattino”. 26 Gennaio 1997, “Note fra le onde”, Alfredo D’Agnese su “Il Giornale di Napoli”. 28 Gennaio 1997, “Gli appunti musicali”, Biagio Coscia su “Il Tempo”. Febbraio 1997, “Napoli contemporanea”, Simona Frasca su “Il Giornale della Musica”. 25 Febbraio 1997, “Per Luciano Cilio”, su “il manifesto”. 25 Febbraio 1997, “Una serata per Luciano Cilio”, su “Il Tempo”. 25 Febbraio 1997, “Musica Mille Mondi”, sul “Roma”. *25 Febbraio 1997, “I dialoghi necessari di Cilio”, Alfredo D’Agnese su “Il Giornale di Napoli”. *25 Febbraio 1997, “Napoli, Cilio e le note della rivolta”, Sandro Compagnone su “La Repubblica”. *27 Febbraio 1997, “Cilio, attualità dell’avanguardia”, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. *27 Febbraio 1997, “Cilio, note dal tempo sospeso”, Alfredo D’Agnese su “Il Giornale di Napoli”. 17 Maggio 1997, “Contaminazione di suoni”, Re. Spe. su “Il Giornale di Napoli”. 20 Maggio 1997, “Musica mille mondi”, su “Il Mattino”. 23 Maggio 1997, “I mille mondi della musica contemporanea”, Virginia Evangelista sul “Roma”. 25 Maggio 1997, “De Simone presenta ‘Ice-tract’ “, R.S. sul “Roma. 27 Maggio 1997, “La musica per immagini di De Simone”, Virginia Evangelista sul “Roma”. 29 Maggio 1997, “Contemporanea partenopea”, Anna Cepollaro” su “La Repubblica”. *30 Maggio 1997, “Konsequenz: ecco gli eredi di Cilio”, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. *1 Giugno 1997, “Lo Spartito irregolare”, Alfredo D’Agnese su “Il Giornale di Napoli”. 22 Ottobre 1997, “Le persone. Konsequenz”, su “Il Mattino”. 25 Ottobre 1997, “Novecento protagonista”, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. *28 Ottobre 1997, “I plurali del suono”, Alfredo D’Agnese su “Il Giornale di napoli’. 30 Ottobre 1997, “Piani di riflessione a San Pietro a Majella”, Paola De Simone sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. *30 Ottobre 1997, “Piani di riflessione sulla musica contemporanea”, Maresa Galli sul “Roma”. 30 Ottobre 1997, “Emozioni in equilibrio sul piano”, Umberto Garberini su “Il Giornale di Napoli”. 30 Ottobre 1997, “Avanguardie, nuovi compositori crescono”, Stefano Valanzuolo” su “Il Mattino” 17 Gennaio 1998, “Galleria Toledo, Musica oltre ogni frontiera, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. 17 Gennaio 1998, “Dialogo Angelico, per iniziare”, Maresa Galli su “Il Giornale di Napoli”. 20 Gennaio 1998, “Musica per mille mondi da conoscere”, Anna Cepollaro per “La Repubblica”. 21 Gennaio 1998, “Millemondi a Napoli, musica d’avanguardia”, Simona Frasca su “il manifesto”. 23 Gennaio 1998, “Due chitarristi classici e molte interferenze”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. Marzo 1998, “Le seduzioni dell’ascolto”, Simona Frasca sul “Giornale della Musica”. *24 Marzo 1998, “Oltre i limiti del pianoforte”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. *Maggio 1998, “Compositori italiani d’oggi: la generazione tra gli anni ‘50 e ‘60”, Riccardo Piacentini sulla “Rassegna Musicale Curci” (inchiesta). 4 Maggio 1998, “Avanguardie Musicali”, “Il Mattino”. *6 Maggio 1998, “Diversioni d’avanguardia, nove autori a confronto”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. 9 Maggio 1998, “Aforismi Musicali alla Toledo”, su “La Repubblica”. 11 Maggio 1998, “L’altro De Simone”, su “Il Mattino”. *13 Maggio 1998, “I nuovi aforismi di De Simone per la musica”, Maresa Galli sul “Roma”. 24 Maggio 1998, “Spazi in musica: con Satie chiude Millemondi 98”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. *1 Ottobre 1998, “L’oro di Napoli”, Alfredo D’Agnese su “Musica!” inserto musicale de “La Repubblica”. *20 Ottobre 1998, “Pianoforte protagonista a Villa Signorini”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. *20 Ottobre 1998, “Da Clementi a Vitale, scuole a confronto”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. 12 Novembre 1998, “Musica a Ercolano”, Umberto Garberini sul “Roma”. 24 Novembre 1998, rubrica di Sandro Compagnone su “La Repubblica”. 29 Novembre 1998, “Ultimo concerto dell’Avorio”, Umberto Garberini sul “Roma”. Gennaio 1999, “I suoni nel contemporaneo”, Tiziana Scandaletti sulla “Rassegna Musicale Curci” (trasmissioni radiofoniche in Svizzera). 26 Gennaio 1999, “Eclettica: mille volti per la musica”, Maresa Galli sul “Roma”. 26 Gennaio 1999, “L’avanguardia sonora ormai s’è fatta ‘eclettica’ “, Stefano Valanzuolo su “Il Mattino”. 26 Gennaio 1999, “Dieci ottoni”, Sandro Compagnone su “La Repubblica”. 26 Gennaio 1999, “Eclettica, incontri con l’altra musica”, Stefano de Stefano sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. 27 Gennaio 1999, “Mille mondi d’eclettismo”, Simona Frasca su “il manifesto”. 27 Gennaio 1999, “Canino alla Biennale Musica”, Andrea Santini su “Il Mattino” (citazione dell’opera). 29 Gennaio 1999, “Alla Biennale voglio... cambiare musica”, Donatella Longobardi su “il Mattino” (citazione dell’opera). *11 Marzo 1999, “C’è anche De Simone nei «Campi sonori», Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno” (Ice-Tract nel progetto Curci). 13 Marzo 1999, “Campi sonori: musiche dei nostri tempi”, Maresa Galli sul “Roma” (Ice-Tract nel progetto Curci). 13 Marzo 1999, “Alla Radio Svizzera ‘900 d’autore”, Simona Frasca su “il manifesto” (Ice-Tract nel progetto Curci). 29 Aprile 1999, “Concerti:  Bruno Canino”, Anna Cepollaro su “Musica!” di Repubblica (recensione critica di “Ice-Tract” nell’esecuzione di Bruno Canino). 22 Maggio 1999, “1799, una rivoluzione in musica a Palazzo Marigliano”, Stefano de Stefano sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno”. 25 Maggio 1999, rubrica di Sandro Compagnone su “la Repubblica” (menzione). 28 Maggio 1999, rubrica di Nino Marchesano su “la Repubblica” (menzione). 25 Maggio 1999, “Rivoluzione a Teatro”, Donatella Cataldi sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno” (menzione). 29 Maggio 1999, “1799” su “Il Mattino” (menzione). 30 Maggio 1999, “1799” su “Il Mattino” (menzione). 30 Maggio 1999, “Teatro, Musica e convegni: ultimi fuochi sul ‘99”, Pasquale Elia sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno” (Menzione). *30 Maggio 1999, “«Il resto della memoria»: De Simone sceglie Striano”, Venanzio D’Agostino sul “Corriere della sera - Corriere del Mezzogiorno” (recensione dell’opera).  14 Giugno 1999, rettifica sulla conduzione  di ‘Eclettica 99’.

 

 

 

ALCUNI INEDITI SIGNIFICATIVI

 

 

NOTA DI ESTETICA

Ecco una selezione di testi pubblicati negli ultimi anni: essi individuano il percorso teorico, il retroterra estetico che mi ha condotto ad essere tra i primi teorici della cosiddetta ‘musica di frontiera’, o Border Music (termine che ho coniato ad hoc). Non si tratta di un nuovo filone musicale, ma di un nome per musica che esiste da qualche anno, e che trova nella produzione di compositori come Pärt, Preisner, Gòrecki,  Bryars, le sue punte eccelse. Qualcosa di simile, però, aveva già realizzato a Napoli il compositore Luciano Cilio, scomparso tragicamente, suicida, nel 1983. In altre e numerose parti del mondo (mi viene in mente il persiano - iracheno - Siavash Beizai) si sta cercando di organizzare la musica lasciando prevalere sulle questioni formali il senso del discorso, anche se la grammatica che ne scaturisce spesso ha assimilato e metabolizzato molte tecniche approntate nella fase del cosiddetto ‘sperimentalismo’. In Italia, altri avevano tentato di portare avanti questo discorso, spesso in controtendenza: Paolo Castaldi, o Giancarlo Cardini, ad esempio (non a caso essi fanno parte del comitato scientifico della rivista che ho fondato nel 1994). Compositori italiani più giovani, vicini a questa linea, mi sembrano Ludovico Einaudi (figlio dell’editore), Cecilia Chailly (figlia del compositore), Arturo Stalteri (della factory Materiali Sonori). Seguono gli abstract più significativi.

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Deve essere possibile un’osservazione dell’opera senza aver precostituito alcuna categoria: l’appartenenza ad una industria culturale, la sua strategicità nell’ambito del gioco  potere/sapere, la vendibilità, seguono ad una qualificazione derivante unicamente dalla capacità del rinvio ad altro. Ovvero la qualità dell’opera risiede nella sua eteroreferenzialità.

Per questo le opere ‘commerciali’ (per accessibilità, ripetitività, fruibilità, modularità...), costruite ad hoc dall’industria culturale, non vanno sottovalutate.

 

Opere differenti con agganci multipli ed incrociati riescono già per ragioni costitutive a connettersi con  facilità ai molteplici piani del quotidiano, riuscendo a comunicare stati d’animo differenti per ciascuna necessità ed occasione.

 

Un enorme terreno condiviso non riesce più a discriminare le terre di ciascuno. Ogni luogo allarga i propri confini e li sovrappone a quelli circostanti. Le incursioni pirata negli standards predisposti dall’ ‘autore’ saranno la ricchezza e la bellezza di un prodotto ipermediale.

La nostra percezione è cambiata: la velocità degli spot ha modificato la sensibilità e la recettività. Ci annoiamo della lunghezza, della pedanteria, non conserviamo memoria dei discorsi troppo lunghi, delle architetture monumentali, delle forme ponderose ed affermative del vecchio modo di ‘comporre’. Una estetica del plagio ne presuppone una della scomposizione. Frammenti, stille, particelle di suoni e immagini. L’arte del futuro funzionerà per accensioni infinitesimali. Sarà simile al funzionamento del nostro cervello, e sarà probabilmente intuitiva, connettiva, extralineare: capace di seguire la velocità di pensiero, lo scatto d’intelligenza. Non saranno ammessi passi indietro.

 

Sorgono nuove estetiche che rivoluzionano da cima a fondo le nostre abitudini di compositori. Sarebbe il caso di cogliere il senso (vettore) forte di queste stratigrafie, di lanciare le nostre opere in questa straordinaria avventura. Si tratta solo di rimuovere nomi, lasciar circolare virus, rinunciare a territori d’appartenenza.

 

L’opera d’arte extracolta, fabbricata col sordo lavorio autoaffermativo nei ricchi casali di campagna dai compositori di grido, perpetua davvero l’icona della falsità adorniana; essa sbugiarda la cultura perché non sente le emergenze che le sono intorno; si trincera nella sua incapacità di ‘andare oltre’,andare verso’, con la complicità della pubblicistica specializzata.

 

La differenza tra sperimentalismo e sperimentazione è segnata dalla nascita della nozione di interferenza.  Interferenza tra ruoli (compositore da un lato e interprete dall’altro) spettacoli (concerto-rituale/ concerto invenzione) supporti (compact disc come semplici raccoglitori o come oggetti d’arte con piena dignità ed autonomia). Tale interferenza è figlia della modernità. Ma consente alla musica di superare la modernità , permutando le forme e triturandole in un caleidoscopio di generi. Alla fine, più della forma, prevale il rinvio all’altro.

 

La nuova Border Music, o ‘musica di frontiera’, si pone sul confine soltanto per cancellarlo,‘mette in comune’ i linguaggi per poter parlare con facilità ad ogni etnia, conosce e stratifica le diversioni  ed interrompe i rituali esecutivi interferendo con le abituali divisioni di ruolo tra compositore ed esecutore (G.D.S.).

 

 

RISPOSTE

* Sono nato a Napoli nel 1964, ma vivo e lavoro alle pendici del Monte Somma, alle spalle del Vesuvio. Le mie origini meridionali le vivo in modo non conciliato, benche’ sia fiero d’appartenere ad una cultura meticcia. Qui ho cominciato a studiare pianoforte e composizione, incontrando Eugenio Fels e Luciano Cilio, gli unici due nomi che mi sento di fare ancor oggi senza tradire le cose in cui credo. Parallelamente agli studi musicali ho compiuto quelli giuridico-filosofici, laureandomi con una tesi su Adorno, ed insegnando per cinque anni in qualità di cultore di materie filosofiche, all’Università Federico II di Napoli. Ho cominciato la carriera concertistica molto giovane, come pianista. Oggi eseguo quasi esclusivamente musica contemporanea, a volte scritta espressamente per me (tra gli autori che lo hanno fatto, Giuseppe Chiari, Gabriele Montagano, Eugenio Fels...). Molto importante, ai fini della mia formazione, la militanza critica, l’azione sul territorio, la produzione saggistica. Oggi sono il direttore di una prestigiosa testata scientifica che ha ricevuto per tre anni consecutivi il premio del Ministero della Cultura, e il responsabile artistico di una delle più importanti rassegne meridionali di musica contemporanea.

 

* E’ difficile indicare soltanto ‘alcuni’ modelli musicali, specialmente per chi fa della contaminazione fra generi una insegna ed una professione estetica. Posso citare, però, tra gli stranieri, Pärt, Preisner, Gòrecki,  Bryars, tra quelli di estrazione colta, ed Harold Budd, Brian Eno, il sassofonista Jan Garbarek fra quelli ‘ibridi’. Tra gli italiani citerei soltanto Luciano Cilio, un importante ma poco conosciuto compositore itaiano che fu attivo a metà degli anni Settanta, e che riuscì a pubblicare un solo aureo album, i Dialoghi del presente per la EMI italiana. Altri compositori italiani, che pur non essendo miei ‘modelli’ possono considerarsi come dei ‘precursori’ della mia attuale ‘maniera’ sono Castaldi, Cardini. Miei parenti lontani dal punto di vista musicale sono Ludovico Einaudi (che considero troppo ‘leggero’ in alcuni lavori pianistici ma splendido in quelli orchestrali e nei brani che ha scritto per Cecilia Chailly) ed Arturo Stalteri.

Dal passato immediato subisco solo la fascinazione di Giacinto Scelsi.

 

* La definizione “musica di frontiera” non l’ho inventata io. Si riferisce a musica connessa strettamente alla world o alla Global music. Utilizza stilemi appartenenti a diversi generi musicali o/e a diverse zone geografiche. Potrà usare dei clusters pianistici o la tecnica del respiro circolare e poi mescolarla ad una progressione modale jazz. Può utilizzare le voci del popolo dei Tuva ed un formicolante quartetto d’archi come live elettronics (lo ha fatto il Kronos Quartet). La musica di frontiera è tale anche perché si lascia alle spalle molti presupposti ‘accademici’, infrangendo i ruoli tra esecutore e compositore (lo fanno il Balanescu quartet e molte altre formazioni), dando spazio all’improvvisazione e pari dignità estetica alla produzione musicale di musicisti provenienti da settori non convenzionali (dal rock, ad esempio, come Frank Zappa; o dal jazz, come John Zorn).

 

* Non credo sia possibile parlare di ‘bellezza’ dell’opera d’arte se non immaginando di apporre delle virgolette. In alcuni miei studi, in particolare, mi sono occupato del problema, arrivando alla conclusione che è oggi ancora possibile parlare di bellezza dell’opera d’arte, se questa bellezza viene intesa come ‘eteroriferimento dell’opera’, vale a dire come capacità dell’opera di rimandare ad altro da sé, a qualcosa che le è esterno, prossimo. Così l’opera extracolta può guardare verso l’oriente, l’est, il meridiano. Può diventare klezmer, gitana, insomma meticcia, e consegnare un linguaggio capace di parlare ad ogni cultura. Inoltre, soltanto nel suo farsi altro l’opera può riuscire accattivante e sopportare l’estensione temporale, cioè la durata,  che ancora la caratterizza. La bellezza, quindi, è eteroreferenzialità.

 

* Essendo una figura che si pone a metà strada tra esecutore e compositore ho naturalmente dedicato parte della mia produzione allo strumento che suono, il pianoforte. Lavori salienti sono sen’altro le mie Variazioni sul vento (1983), la Lamentatio Doctoris Fausti (1985), ispirata al romanzo di Thomas Mann, l’alchemico VITRIOLUM (1990), che è stato selezionato e pubblicato in disco assieme a brani di Chailly, Vlad e numerosi altri compositori. VITRIOLUM chiudeva l’ antologia, essendo io il compositore più giovane che vi era incluso. Mi piacciono ancora anche lavori per altri strumenti, come il mio Trio Solve (1991), che ha ricevuto molte esecuzioni in Italia e fuori, e un lied per voce e pianoforte, molto lodato, curiosamente, da un esponente storico dello sperimentalismo: Franco Donatoni.

 

* Più che di unlibello’, si tratta di un pamphlet, vale a dire di un libricino polemico uscito in piena tangentopoli (nel 1993), e recensito da tutti i quotidiani e dalle principali riviste specializzate. E’ stato il primo atto di denuncia proveniente dall’ambiente musicale, e di questo vado molto fiero. Inoltre vi si stigmatizza l’agire ‘colto’ e ‘accademico’ dei pianisti convenzionali, dimostrando con documenti alla mano oppure con semplici argomentazioni logiche, che spesso le modalità esecutive accettate per comodità e convenzione sono in fondo le più lontane dalla verità storica. Molta filologia viene a cadere, se si legge il libro, che è uno dei miei scritti teorici più conosciuti (G.D.S.).

 

 

 

BREVE RIFLESSIONE SUL PIANISMO

1. Una premessa indispensabile: quando ho conosciuto Gordon Murray mi sono avvicinato alla brillante musica clavicembalistica: il clavicambalo pizzica le corde, e non è necessario ‘tenerle’ a lungo, perché la cosa è perfettamente inutile dal punto di vista dell’effetto finale. Sapevo già che Bach amava comporre non sul cembalo, ma sul clavicordo. La differenza tra i due strumenti consiste nel fatto che su quest’ultimo i suoni possono essere legati e anche vibrati (Bebung).

Da quest’approccio deducevo due cose fondamentali: in primo luogo, alla tastiera Bach era unarmonista’: le sue composizioni più difficili prevedono rapidi spostamenti sulla tastiera, ma questi spostamenti sono sempre realizzabili all’interno di una ‘posizione’ (più o meno larga) della mano. Allora ho tratto dal suo Clavicembalo ben temperato una serie di piccoli esercizi che ne rappresentano la chiave tecnica: in essi ha molta importanza lo spostamento laterale del pollice. In secondo luogo, la possibilità di ‘tenere’ i suoni e di ‘vibrarli’ doveva consentire (anche più di quanto sia oggi possibile sul moderno pianoforte) all’esecuzione agogiche molto spinte, perché la natura stessa di quei suoni poteva simulare più facilmente l’emissione di suono tipica della voce umana.

Al contrario, il clavicembalo forgiava dei ‘melodisti’: prediligendo la brillantezza esecutiva, e la velocità, hanno un migliore ‘gioco di dita’, ma un pessimo legato e agogiche più appiattite.

 

2. Lavorando sul legato, ma utilizzando pianoforti moderni, utilizzo una specifica tecnica, quella della microarticolazione, che consiste nel lavorare quasi all’interno dei tasti. Utilizzando gli esercizi tratti da Bach le dita si caricano come molle, e quella che era la principale obiezione a questo tipo di tecnica (lo scarso volume di suono) sembra superabile. In più ho individuato unlimite’ delle tastiere moderne: esse non consentono eccessiva rapidità esecutiva se si usa la microarticolazione in velocità. La coda del martelletto viene ‘agganciata’ dal paramartello. Ho segnalato anni fa la cosa a Fabbrini (al bravo Rocco), e alla Steinway. Ora è stata messa a punto una particolare ‘molla’ che fa risalire il tasto più velocemente, e pare che la cosa sia stata brevettata, e che presto verrà montata sui grancoda da concerto. Nel frattempo io ne posseggo il ‘prototipo’ sul mio pianoforte domestico.

 

3. Veniamo a Napoli. Qui si parlò sovente di ‘scuola napoletana’, riferendola via via a Lanza (fece scuola a Napoli dal 1827), a Thalberg (a Posillipo dal 1864), a Beniamino Cesi (tra il 1870 e il 1885) o a Denza (in Conservatorio dal 1928), e soltanto recentemente a Vincenzo Vitale (in conservatorio dal 1942). Studiosi come Piero Rattalino (e molto prima di lui Pietro Boccaccini) ritennero che il vero fondatore, per l’organicità del suo metodo, fosse stato Beniamino Cesi. E che da lui si dipanasse una destra, una sinistra e un centro: a destra il suo allievo Longo, a sinistra il buon Rossomandi e al centro Martucci. Infatti, Longo difese strenuamente le ragioni della ‘autentica’ scuola napoletana e combatté aspre battaglie contro le innovazioni di Brugnoli (allievo di Rossomandi). Da Martucci venne quel grande didatta che fu Bruno Mugellini, famoso per le revisioni, guardacaso, di Bach. E Vitale? lui fu allievo non di Cesi, ma del figlio. E consigliava, ancora guardacaso,  le revisioni di Brugnoli. Beniamino Cesi ebbe tra i suoi allievi anche Antonietta Webb-James, che lasciò al suo allievo Eugenio Fels diversi manoscritti. Da essi si evince l’importanza che Cesi (padre) dava al legato, al tocco, alle agogiche. Fels ha ‘trasmesso’ a me queste acquisizioni, alle quali ho aggiunto la curiosità e la ricerca del nuovo.

 

4. Il cerchio dovrebbe quadrarsi: Vitale ‘fece sue’ importanti acquisizioni tecniche, perfezionandole e forgiando grandi pianisti-virtuosi. Da Cesi vennero invece pianisti-compositori. Entrambe le categorie (melodisti e armonisti?) possono giocarsi a dadi il futuro del pianoforte  (G.D.S.).